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Evasione di Stato
12/03/2013 08:56

Anche l’attuale settimana comincia per le borse USA come è finita la precedente: con il consueto, piccolo, noioso, ma solido rialzo quotidiano. Sono ormai 7 le sedute consecutive al rialzo per SP500 che conta i giorni che lo separano dal massimo di tutti i tempi. Con la chiusura di ieri a 1.556 mancano solo 20 punti alla gloria dei massimi. Ce la farà a raggiungerla entro la settimana? Possibile, perché quel livello costituisce una resistenza difficile da superare, soprattutto dopo tante sedute positive, che hanno accumulato qualche eccesso rialzista sugli oscillatori di breve, ma anche una calamita irresistibile per poter galvanizzare il popolo della borsa con la favoletta della fine della crisi e di chissà quali radiosi ulteriori obiettivi, che aspettano i fiduciosi investitori, dopo che sarà superato il massimo assoluto. Girovagando su internet ci si imbatte molto facilmente in previsioni che parlano dei successivi clamorosi record da raggiungere entro qualche anno: si va dai 2.200 punti per SP500 fino ai 36.000 punti per il Dow Jones, riesumando un libro “Dow 36.000”, scritto da Glassman e Hasset nel 1999, in piena bolla speculativa.
Sono sintomi anche questi di euforia, che ieri non hanno certo colpito il nostro mercato, ammosciato per tutta la giornata dal downgrade di Fitch, ancora una volta in cima alla classifica dei peggiori mercati in una moscia Europa. Il declassamento non ha provocato devastazioni, ma ha fornito il pretesto ancora una volta per allargare un po’ lo spread. Faccio notare che il nostro spread BTP-Bund è ormai arrivato a pochi punti base da quello spagnolo (312 noi, 324 gli spagnoli) e che il buio politico che accompagnerà l’insediamento del nuovo e caotico Parlamento dovrebbe prossimamente farci tornare al vertice della classifica dei malati di spread, riprendendoci quello scomodo posto che occupavamo nel 2011, prima dell’arrivo del supertecnico Monti.
Credo che anche un’altra notizia, apparentemente senza alcuna relazione con i mercati, contribuisca a rafforzare il pregiudizio che all’estero hanno sull’inaffidabilità italiana. Il colpo di mano che il nostro Governo ha giocato all’India, sottraendo i due marò al giudizio dei tribunali indiani, grazie al generoso mese di permesso concesso ai due soldati per votare. Gli indiani, soddisfatti e quasi sorpresi per l’esemplare comportamento tenuto dagli italiani a Gennaio, quando rientrarono puntualmente dal permesso concesso in occasione delle festività, avranno ora da ricredersi e sicuramente se la legheranno al dito. Ma credo che tutti quelli che sono ostili all’Italia avranno nuova benzina da gettare sul fuoco.
Per un paese che domani si presenterà sul mercato a piazzare BTP in asta, anche queste cose fanno spread.

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Pierluigi Gerbino - P. Iva 02806030041
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