Tutti ai piedi del comico
04/03/2013 08:43
Venerdì la borsa americana ha vissuto una giornata stabile, mentre quelle europee hanno rivelato nuovamente un po’ di apprensione circa l’instabilità politica italiana. La nostra borsa è stata ancora una volta la peggiore in Europa e lo spread ha ricominciato a salire.
Desta francamente parecchie perplessità l’aplomb con cui gli indici americani hanno salutato l’inesorabile scadenza del Fiscal Cliff, che ha assestato il suo primo fendente automatico da 85 miliardi alle spese di parecchi ministeri (in primis quello della Difesa). Le stime parlano di conseguenze piuttosto significative in termini di riduzione della già modesta crescita e di aumento della disoccupazione: -0,6% l’effetto sul PIL 2013 e -750.000 posti di lavoro.
L’alzata di spalle dell’indice SP500, che ha proseguito lentamente il rialzo, recuperando in fretta le perdite iniziali, dimostra quanto la vista dei mercati sia ormai annebbiata dalla sbornia di liquidità tossica fornita dalla FED, che continua a gonfiare una bolla speculativa incurante di qualsiasi cosa ci presenti l’economia reale.
Una simile cecità non può durare molto, ma intanto sta durando. E sta contagiando anche il Giappone, che continua a salire grazie alle attese di nuovi stimoli monetari che saranno messi in atto dal futuro governatore della BOJ Kuroda.
Chi invece sembra segnare violentemente il passo è la Cina, che stamane perde oltre il 3%, trascinata la ribasso dagli indici del settore edilizio, a causa una nuova stretta creditizia decisa dal Governo sul settore edilizio, per combattere la bolla dei prezzi, che si aggiunge al deludente dato sul PMI diramato venerdì scorso.
L’Europa non sembra ancora grado, per ora, di uscire senza danni dalla correzione in atto, che potrebbe estendersi nel mese di marzo di pari passo con le fibrillazioni che proverranno dalla situazione politica italiana. Chi l’avrebbe mai detto, qualche tempo fa, che il destino dell’area euro sarebbe dipeso dagli umori di un comico?
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