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Il Sonno della Paura
21/01/2013 08:35

Mentre l’Europa ha passato una settimana sostanzialmente laterale, consolidando i livelli raggiunti con lo strappo di inizio anno, i listini americani hanno confermato il loro ottimismo con un nuovo impulso rialzista che li ha condotti oltre i massimi del settembre scorso e digerito definitivamente le incertezze grafiche emerse nelle ultime settimane del 2012, quando andò in scena la commedia del Fiscal Cliff.
Le voci di possibile rinuncia al combattimento sul tetto del debito da parte dei repubblicani alimenta gli acquisti, sebbene comincino ad emergere chiaroscuri nelle trimestrali societarie e nei dati macro che si susseguono quotidianamente.
L’impressione è quella di un’inerzia rialzista che estende il suo potere sedativo sulle ansie degli investitori e sulla loro percezione del rischio.
Un indicatore chiaro della ritrovata compiacenza con il rischio da parte del mercato americano sta nel valore raggiunto dal VIX, che io chiamo “l’indice della paura”, perchè misura la volatilità implicita che scontano nei prezzi i market maker sulle opzioni americane sull’indice SP500.
Questo valore dopo la crisi del 2008 non era ancora mai sceso sotto il livello dei 13 punti in nessuna delle numerose precedenti fasi rialziste. A fine 2012, quando andavano di moda i timori sul Fiscal Cliff raggiunse quota 23. Nel nuovo anno, rasserenato dal rinvio di due mesi dei problemi, ha cominciato a scendere senza sosta e venerdì scorso, con un significativo tonfo, ha quasi raggiunto quota 12, chiudendo la seduta a 12,46.
Non siamo ancora ai livelli persino inferiori a 10 raggiunti nel 2007, l’anno della grande illusione a cui seguì il grande crollo, ma ormai manca assai poco.
Che cosa significa tutto ciò? Innanzitutto che la paura di eventuali correzioni è ai minimi.
Ma anche che, siccome la paura è ai minimi, è il momento più opportuno che mai per prendere in contropiede il mercato con una correzione inattesa. Infatti in questo periodo di compiacenza si può vendere senza che i prezzi vengano troppo sacrificati, scaricando sugli ultimi arrivati il cerino acceso.
Questa fase si chiama “distribuzione”, e può durare anche un po’ di tempo, fin quando il nirvana dei mercati regge ed assorbe le vendite delle mani forti.
E’ sempre andata così: la discesa del VIX rasserena i sogni degli investitori fino a quando un rimbalzo, spesso drastico e sempre imprevisto, non li risveglierà dal torpore.
Sarà così anche stavolta, anche se per ora si sente il mercato russare.

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Pierluigi Gerbino - P. Iva 02806030041
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