Venerdi' nero a scoppio ritardato
20/07/2012 16:40
Le notizie piuttosto drammatiche provenienti dalla Spagna, dal Medio Oriente e dai dati macroeconomici americani non sono bastate ieri a fermare la marcia dell’indice USA SP500, che ha danzato per tutta la giornata attorno alla forte resistenza rappresentata dal precedente massimo del 3 luglio scorso.
La forza d’inerzia rialzista di Wall Street è bastata a mantenere al rialzo anche le borse europee e questo fatto turberà certamente i commentatori specializzati nel trovare sempre una motivazione economica dietro ogni movimento del mercato.
Credo personalmente che in USA, dove le condizioni di salute dei listini azionari sono infinitamente migliori di quelle del nostro povero FTSE-MIB e sono anche assai migliori di quelle dell’economia reale, si voglia continuare a lavorare sull’aspettativa di una nuova riapertura dei rubinetti monetari da parte di Bernanke. In questo quadro ogni notizia oggettivamente brutta per l’economia americana rende più probabile il cedimento della FED alle brame speculative delle grandi banche d’affari USA, che debbono mantenere il ritmo di crescita degli utili e dei bonus mostrato nelle recenti trimestrali.
A maggior ragione se le comunicazioni societarie presentate finora riescono a fornire risultati in grado di battere le stime degli analisti. In fondo l’andamento dell’economia è una causa indiretta del movimento dei listini azionari, mentre l’aspettativa sugli utili futuri è il motore principale del movimento.
Tutt’altra atmosfera si respira in Europa, specialmente oggi che il paracadute dell’euforia USA pare essere in momentaneo disarmo e ci si concentra sui soliti problemi: spread, fallimenti vari reali ed attesi, fiscal compact e agenda politica di Bruxelles.
Una minestra piuttosto rancida che inevitabilmente causa il mal di pancia ai listini, specialmente quelli che ospitano gli ingredienti più avariati.
Pertanto, dopo che ieri il ministro spagnolo del Bilancio ha affermato di non aver più soldi in cassa (anche se stranamente i mercati non ci hanno fatto troppo caso), è bastato che oggi la regione di Valencia chiedesse ufficialmente aiuto allo Stato centrale per far partire la girandola delle vendite e del contagio. La Borsa di Madrid è arrivata a perdere oltre il 5%, quella milanese oltre il 4%; lo spread spagnolo sul decennale rispetto al Bund tedesco è schizzato per la prima volte oltre i 600 punti ed il nostro spread BTP/Bund è volato oltre 500.
Un venerdì nero a scoppio ritardato che rimette gli indici azionari italiano e spagnolo in direzione dei minimi dell’anno e potrebbe fermare anzitempo il recupero dei mercati più forti.
La soluzione l’avremo la prossima settimana.