Spirale senza Fine
13/07/2012 07:31
Dopo lo scivolone avvenuto nella prima ora di contrattazione di Wall Street, che ha portato il nostro FIB a chiudere quasi completamente il Gap rimasto aperto a quota 13.450 dal 29 giugno, il mercato italiano ha chiuso leggermente al di sopra dei minimi, ma ha comunque rotto le medie mobili a 20 ed a 50 periodi, attorno alle quali ha resistito per alcuni giorni.
Anche Wall Street, dopo la scivolata iniziale, ha recuperato parte delle perdite, ma la chiusura dell’indice SP500 è stata pur sempre negativa ed ha violato al ribasso la trend line rialzista che fa da bordo inferiore del canale che tiene il mercato al rialzo da inizio giugno.
Sono entrambi segnali preoccupanti di cedimento che, se non verranno prontamente negati con un rimbalzo odierno significativo, dimostrano il deterioramento delle aspettative degli investitori, sempre più convinti a tirare i remi in barca per ridurre il rischio nel periodo delle vacanze. Nelle ultime due annate la stagionalità del periodo che va dall’ultima settimana di luglio alla fine di agosto è stata ribassista. Lo scorso anno addirittura fortemente ribassista. Pertanto non c’è da stupirsi se fioccano le vendite di chi ha la memoria lunga.
Oltretutto ogni giorno è un susseguirsi di allarmi e preoccupazioni per la situazione dell’economia mondiale. Ieri la BCE ha diramato il suo Bollettino mensile, indicando nuovi rischi per la crescita europea e per l’occupazione. Inoltre ha segnalato che il settore immobiliare in Italia e Francia dovrebbe subire una importante battuta d’arresto per colpa delle nuove tasse sulla casa recentemente adottate dai due paesi. Non è una scoperta inedita, dato che da tempo chi osserva gli indicatori macroeconomici lo poteva ipotizzare. Però la certificazione della BCE, anche se arriva sempre in ritardo, attribuisce ufficialità alle aspettative ed estende i suoi effetti anche sul sistema bancario. Infatti le previsioni di inbebolimento del settore immobiliare intossicano ulteriormente i bilanci bancari, che hanno finanziato alla grande le imprese edili che ora sono in crisi. Si fanno pertanto concrete le possibilità che l’aumento delle “sofferenze” e dei crediti incagliati nei prossimi mesi possa diventare esplosivo, ripetendo così, anche se, si spera, in modo meno drammatico, quella catena di eventi che ha portato in pochi mesi alla grave crisi di insolvenza del sistema bancario spagnolo.
I mercati non possono che prendere mestamente atto che la spirale della recessione si dipana senza fine e si intreccia con la crisi finanziaria, diventandone il combustibile e la vittima.
Le borse a giugno ci hanno provato a risollevare la testa. Ora debbono decidere se piegarsi alla dura realtà dell’economia reale oppure tentare di volare alto, nonostante tutto, e scontare una ripresa che per ora ipotizzano soltanto i venditori di favole.