Inizia la Settimana Santa, che condurrà alle festività pasquali. Sarà una settimana corta perché venerdì tutte le borse mondiali saranno chiuse.
Non credo però che manchi la volatilità, dato che Trump continua ad attizzare il braciere del caos con continue esternazioni di ogni genere.
L’intenzione di esentare “provvisoriamente” dai dazi smartphones, personal computer e altri prodotti tecnologici di consumo, filtrata in anticipo a Wall Street e comunicata a mercati chiusi, ha fatto chiudere bene le borse USA venerdì scorso, e ieri ha giovato ai listini europei, che hanno inseguito con un potente rialzo il recupero americano.
Eurostoxx50 e tutti i principali indici di Eurozona hanno chiuso la seduta con rialzi tra i 2,5 ed i 3 punti percentuali, con soprattutto Dax tedesco e Ftsemib italiano a tirare la volata, anche grazie alla buona cera del settore bancario, che potrebbe imitare in Europa le buone trimestrali presentate dai colossi USA JP Morgan e Goldman Sachs, che hanno battuto le stime degli analisti all’avvio di una stagione delle trimestrali che si preannuncia abbastanza incerta.
Gli indici europei, che avevano brillantemente surclassato quelli americani fino a fine marzo, in aprile hanno restituito una parte della maggior forza relativa per colpa di una forte scivolata nei 3 giorni seguenti alla tragica farsa del 2 aprile. Inoltre, avevano partecipato in parte minore al rimbalzo travolgente degli indici USA quando Trump ha annunciato la sospensione dei dazi reciproci. Ma con il deciso rimbalzo di ieri si sono riavvicinati alla media mobile a 200 sedute (Eurostoxx50, che rappresenta la sintesi dell’azionario europeo dista solo 100 punti) e in settimana possono tentare di scavalcarla con decisione per negare il segnale ribassista fornito il 4 aprile, quando l’hanno sfondata al ribasso. Discorso a parte, e migliore, merita l’indice tedesco Dax, che mostra maggior forza della media europea ed ha già recuperato valori superiori alla media a 200 giorni, da ben 3 sedute.
Perciò in questa settimana avremo la possibilità di verificare se la fuga da Wall Street e dai mercati obbligazionari USA porterà altra liquidità in Europa fino a permettere di negare la condizione di mercato orso almeno nel vecchio continente.
Tale condizione è destinata invece a durare maggiormente in USA, perché sia SP500 che Nasdaq100, sebbene anche ieri abbiano aperto in rialzo la settimana, hanno mostrato maggiori perplessità dei listini europei, limitando il rialzo ad una frazione di punto percentuale e mostrando che per questi due indici l’approdo al test della media mobile di lungo periodo sembra assai prematuro, se non improbabile.
Infatti, SP500 ieri si è arrestato a poca distanza dall’area di forte resistenza di circa 5.000 punti, ed è retrocesso per chiudere poco sopra 5.400, cioè ben 350 punti circa al di sotto della media a 200 sedute. Nasdaq100 invece è stato respinto, per la terza volta nel mese di aprile, dalla media a 20 sedute, che sta scendendo verso quota 19.000, cioè circa 1.200 punti al di sotto della media mobile a 200 sedute. Si percepisce bene quanta strada debba ancora fare in salita Wall Street per sorpassare l’orso ed andare verso il toro.
Ovviamente molto, se non tutto, dipende dai continui zig-zag comunicativi di Trump, che ogni volta che apre bocca sposta gli indici di qualche punto percentuale. Ieri, per esempio, ad un solo weekend dal comunicato bonario sui dazi alla tecnologia, ha già precisato che il rinvio durerà poco, perché lo staff sta preparando l’uovo di Pasqua tecnologico, avente come sorpresa una nuova batteria di dazi per il settore, comprendente, però, anche esenzioni per qualche azienda amica.
Inoltre, nella notte è trapelata l’intenzione di sospendere per un po’ di tempo i dazi sull’auto per dare un po’ di tempo per potersi organizzare alla “lunga fila” di aziende del settore che vogliono spostare la produzione in USA. Forse pensa che costruire fabbriche di auto in USA sia cosa fattibile in poco tempo, magari con i mattoncini Lego. Comunque, la soffiata è bastata a portare in Europa un po’ di ottimismo anche all’apertura odierna.
Intanto Trump ha nuovamente attaccato Zelensky, ripetendo la bufala che la guerra non avrebbe dovuto iniziarla, mentre ha scusato i russi che hanno bombardato “forse per errore” i civili a Sumy.
Sembra che stia cominciando a mettere le mani avanti, dato il fallimento della sua mediazione, che doveva portare la pace in 24 ore, mentre sembra non riuscirci neppure in sei mesi. Perciò comincia a dare la colpa alle vittime. Ovvio, perché lui con i carnefici, come Putin e Netanyahu, è pappa e ciccia.
Ma questo ai mercati interessa poco. A loro l’unica guerra che interessa è quella commerciale.
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