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DOPO LA PRIMA DEEP SCOSSA
29/01/2025 09:30

La scossa di terremoto che è avventa lunedì sui mercati azionari USA, provocata dall’apparizione e dal successo che in pochi giorni ha avuto DeepSeek, la rivoluzione efficiente dell’intelligenza artificiale made in Cina, è stata molto intensa, ma per ora senza seguito.

DeepSeek è ormai sulla bocca di tutti ed ha attirato a partire da domenica scorsa un’impennata di ricerche su Google. Riepilogo, per i pochi lettori che non sanno ancora che cosa sia, che si tratta di una applicazione di Intelligenza Artificiale in concorrenza con gli analoghi prodotti di OpenAi e di Meta. E’ un’applicazione robusta, ma che utilizza chip Nvidia di basso livello, codice open source e può essere distribuita a costi molto bassi. Essendo il suo codice in gran parte pubblico, la cosa fondamentale è che potrebbe ispirare centinaia di imitatori, soprattutto negli Stati Uniti, e trasformare l’intelligenza artificiale da misterioso prodotto costoso ed energivoro di un oligopolio molto concentrato, in una sorta utility alla portata di tutti, a prezzi bassi e basso consumo energetico. Potrebbe essere un’ottima notizia per il futuro della tecnologia e del pianeta. Ma non per le poche partecipanti all’oligopolio, capitanate da Nvidia.

Finora si pensava che le aziende che vogliono competere nell'intelligenza artificiale, o utilizzarla, dovessero sostenere spese enormi e consumare molta energia per farlo. Inoltre, si pensava che solo i chip avanzati di Nvidia potessero permettere i calcoli complessi e l’elaborazione di masse enormi di dati per allenare l’applicazione. Non è un caso che, dopo la nascita di ChatGPT i margini di guadagno di Nvidia siano schizzati oltre il 50%, mentre quelli di Cisco e di Apple, ad esempio, stanno sotto il 20%. Ciò è stato possibile dalla condizione di monopolista di Nvidia.

Deep Seek ha scardinato l’oligopolio e reso impossibile in futuro mantenere i margini finora consentiti a Nvidia. Già gli analisti cominciavano a stimare per il 2025 una riduzione del differenziale esistente tra l’utile medio delle magnifiche 7 e quello medio del resto di SP500. Un differenziale che nel 2023 è stato enorme e nel 2024 ancora ampio, anche se già in contrazione. L’arrivo di DeepSeek li costringerà ad accelerare parecchio la convergenza.

Tutto ciò significa che i multipli esagerati che fino alla scorsa settimana il mercato pagava volentieri sulle magnifiche 7 non trovano più giustificazione in un oligopolio che Deep Seek ha messo in crisi.

Non deve perciò essere considerato una follia il calo di Nvidia di lunedì, intorno a -17%, con erosione della sua capitalizzazione per 589 miliardi di $ in una sola seduta. E’ la più colossale perdita che si sia mai vista ed è superiore all’intero valore di colossi come Oracle o Exxon Mobil.

Ma il calo di lunedì ha mostrato anche una peculiarità, che mai avevamo osservato in precedenti giornate nere delle borse USA. Nonostante la perdita da -1,46% di SP500 (che ora comprende 504 titoli), i titoli che sono saliti sono stati di più di quelli che sono scesi: 351 contro 153. Sono scesi, e molto, i colossi dell’oligopolio AI e i fornitori di energia, mentre sono saliti quelli meno capitalizzati, che hanno sofferto per i tassi alti, e che sono gli utilizzatori dei servizi dell’oligopolio e in DeepSeek ora vedono una speranza di migliorare a basso costo la loro produttività.

Il motore del capitalismo, che ha consentito il progresso umano è la libera concorrenza. Quando i poteri forti vengono ridimensionati è una vittoria per la concorrenza. In questo caso è anche una buona notizia per il mondo, che può fruire di una tecnologia potente a costi bassi e a basso impatto ambientale.

Certo, si rischia che l’implosione dei dominanti, dato il loro forte peso sugli indici, trascini molto giù anche SP500 e Nadaq100, coinvolgendo così anche la maggioranza delle imprese nel panic selling.

E’ una possibilità da non escludere, anche se per ora la morte del toro pare essere ancora una notizia prematura.

Infatti ieri si è visto un rimbalzo tecnico delle oligopoliste e degli indici. SP500 (+0,92%) ha recuperato molto, circa i tre quarti del calo di lunedì, Nasdaq100 (+1,59%) ha recuperato un po’ meno, intorno ai due terzi.

Entrambi gli indici però non sono ancora riusciti a chiudere il forte gap aperto lunedì rispetto ai prezzi della settimana scorsa. Potrebbe essere un obiettivo che cercheranno di raggiungere oggi, per allontanare il panico e l’incubo DeepSeek.

Ma quella di lunedì pare essere stata una scossa tellurica piuttosto profonda, che potrebbe aver minato le fondamenta della fiducia collettiva nelle magnifiche 7. Lo verificheremo dal comportamento del mercato. Se il rimbalzo si fermasse prima dei massimi storici di SP500, allora potrebbero esserci dolori e la correzione successiva potrebbe estendersi parecchio.

Oggi è anche in giorno FED, ma l’evento sembra passare in secondo piano, perché già si sa che la FED non toccherà i tassi. Inoltre, dopo la chiusura di Wall Street toccherà a Meta, Microsoft e Tesla presentare la trimestrale. Un ottimo esercizio sarà quello di verificare se il mercato, dopo DeepSeek, ha cambiato gli occhiali con cui osserva le trimestrali.

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