Si tratta del ciclone DeepSeek, una startup cinese, che ha creato un’applicazione di intelligenza artificiale che ottiene risultati paragonabili a quelli dei migliori prodotti di OpenAI e di Meta, ma con costi quasi 100 volte più bassi. Utilizza una tecnologia Open Source, cioè condivisibile ed aperta a tutti, e senza i super-chip dell’ultimissima generazione di Nvidia. E’ come se fosse uscito uno smartphone che costa 30 dollari con prestazioni simili all’IPhone da mille dollari.
La notizia, che sarebbe magnifica per il futuro della AI e per l’ambiente, ha però sconvolto la narrazione che ha sostenuto Nvidia e gli altri colossi dell’intelligenza artificiale made in USA.
Finora la forte sopravvalutazione di tutto il mondo AI americano rispetto ai fondamentali si basava sulla superiorità e sulla inaccessibilità dei modelli sviluppati in USA, mentre il dominio di Nvidia si basava sul suo monopolio nella produzione di chip ad alte prestazioni, necessari per far funzionare le applicazioni avanzate di Intelligenza Artificiale. Questo monopolio avrebbe garantito a Nvidia margini di guadagno molto consistenti per un futuro indefinitamente lungo.
L’avvento di DeepSeek, sempre che non arrivino smentite e ridimensionamenti, ha reso ben definito ed accorciato parecchio questo futuro. Anzi, ha praticamente azzerato la necessità di super-chip Nvidia, che peraltro necessitano di quantità enormi di energia, dato che per DeepSeek bastano chip di vecchia generazione con costi infinitamente più bassi.
Immediatamente la narrazione sul potere di Nvidia è stata frantumata. La regina delle magnifiche 7 ieri ha ceduto ieri quasi -17%, cifra simile l’ha persa anche Broadcom e di circa -14% è scesa Oracle, che solo 6 giorni fa, insieme a OpenAI e Softbank ha lanciato al cospetto di Trump il progetto Stargate da centinaia di miliardi di $.
La sorpresa DeepSeek suscita parecchi interrogativi, di tipo tecnologico, geopolitico e finanziario.
Per restare per ora solo a quest’ultimo ambito, la clamorosa startup cinese riveste il ruolo del bambino che nella famosa favola di Andersen “I vestiti nuovi dell’Imperatore” si incarica di urlare che “il re è nudo!”. Emerge, cioè, in tutta la sua evidenza, che le valutazioni espresse finora dal sognante mercato azionario USA sono basate su un monopolio che non esiste, perché le magnifiche realizzazioni dell’intelligenza artificiale possono essere ottenute da un NERD cinese qualunque a costi stracciati.
Ora aspettiamo la reazione che i big USA adotteranno per difendere il loro castello assediato, ed anche la reazione di un insolitamente silente Donald Trump, che pare preso in contropiede dai cinesi, a cui è stato impedito l’accesso ai super chip di Nvidia, e loro hanno imparato a farne a meno.
I mercati ora potrebbe accusare il colpo e attuare una decisa correzione, che potrebbe essere esaltata dalla forte peso che le Magnifiche 7 hanno su Nasdaq100 e SP500.
Come prima bastavano i rialzi di pochi tecno-pachidermi ad esaltare Wall Street, ora potrebbero bastare le sventure dei medesimi a mandare in soffitta il Bull Market.
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