Perciò archiviamo in fretta il commento sul passato, ricordando che la settimana scorsa è stata positiva per l’azionario sia in Europa che in USA, con gli investitori ammaliati dai festeggiamenti per l’insediamento di Trump e dagli ordini esecutivi a manetta che sembravano disegnare un ecosistema favorevole al business, specialmente alla tecnologia, saltata velocemente sul carro del vincitore, e al mondo delle trivelle, con l’affossamento di tutta la legislazione green.
I mercati hanno gradito anche il fatto che la guerra commerciale non è stata immediatamente proclamata e i dazi non avevano oltrepassato il livello di spauracchio negoziale, controbilanciato da gioviali auguri di collaborazione con Putin e Xi, i principali dittatori del mondo.
Ma il weekend ha mostrato che Trump ha voltato pagina, aprendo quella della politica del bullismo, e mostrato la faccia feroce, spietata e priva di umanità che tanto è piaciuta ai suoi fan in campagna elettorale.
Dapprima ha postato sul sito ufficiale della Casa Bianca una fotografia che mostra una fila di immigrati incatenati dirigersi verso un aereo militare, e l’annuncio che le deportazioni sono cominciate. Poi ha fatto partire un vero e proprio ponte aereo verso la Colombia, con parecchi voli di aerei militari pieni di immigrati colombiani. Il presidente colombiano Gustavo Petro dapprima ha rispedito indietro gli aerei militari, chiedendo trattamenti più umani per gli immigrati e cercando di resistere. Ma il carota-bullo ha immediatamente ordinato dazi al 25% contro la Colombia, costringendo così il presidente colombiano a piegare il capo e a sottomettersi alla prepotenza.
Il mondo finanziario si è trovato perciò costretto a fare i conti con le politiche di deportazione di massa, che Trump sembra deciso ad attuare con brutalità. Non va dimenticato che gli immigrati clandestini sono necessari all’industria USA, che altrimenti non potrebbe fronteggiare il fabbisogno di di manodopera, soprattutto sui lavori più umili e meno pagati, che consentono la crescita. Privare rapidamente il sistema produttivo USA di 2 milioni di immigrati, come ha promesso Trump, rischia di mettere nei guai molte imprese, con notevoli spinte inflazionistiche.
Perciò i futures americani stanno mostrando tutta la preoccupazione degli investitori con perdite pesanti, che condizioneranno la mattinata europea. Wall Street potrebbe poi aprire in deciso ribasso ed innescare una correzione significativa, magari alimentata anche dal disprezzo mostrato da Trump nei confronti della FED. Ha chiesto infatti l’immediato taglio dei tassi, con la motivazione che lui di tassi di interesse ne capisce assai più di Powell e della FED.
Il tempo delle adulazioni al nuovo autocrate pare finito. Ora occorre fare i conti con i danni che un egocentrico bullo al potere del paese più potente del mondo porteranno all’economia mondiale.
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