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IL RECORD MONDIALE DI SALTO SUL CARRO
22/01/2025 09:30

Sebbene i festeggiamenti al nuovo predatore della tecno-giungla chiamata terra siano andati avanti lunedì fino a notte fonda, anche ieri Re MAGA ha continuato ad emettere ordini esecutivi per smantellare quel che non gli piace ed abbozzare la sua America Great Again.

Dopo aver dichiarato guerra ai derelitti che si sono rifugiati in USA per scappare dalla povertà, autorizzando lo schieramento dell’esercito al confine col Messico e fornendo alla Polizia il potere di braccarli anche in chiesa e a scuola, senza alcuna pietà cristiana, ieri ha smantellato del tutto i programmi pubblici su diversità, equità ed inclusione, licenziando tutti gli addetti.

Se la guerra agli immigrati è la nuova emergenza nazionale, gli scalmanati che hanno assaltato e saccheggiato Capitol Hill il 6 maggio 2021 sono invece diventati i nuovi eroi nazionali, e verranno tutti graziati.

Dopo aver rinnegato gli impegni presi dagli USA alla Conferenza di Parigi contro il cambiamento climatico e trasformato gli incentivi per l’energia rinnovabile in incentivi a perforare per aumentare la produzione di petrolio e gas, ieri ha annunciato anche l’abbandono dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ma ha pure sponsorizzato un investimento da 100 mld$, aumentabile in 3 anni fino a 500, per creare in Texas la nuova società di proprietà di OpenAI, Oracle e Softbank. Si chiamerà Stargate, e sarà un  nuovo gigante infrastrutturale a servizio dell’intelligenza artificiale.

Il Presidente sponsor e influencer è il nuovo look della politica americana, e spiega bene il motivo per cui alla parata dell’insediamento si è registrato il record mondiale di salto sul carro del vincitore, documentato dalla fotografia di oltre un trilione di dollari di ricchezza in posa accanto al Presidente.

Tutti i più ricchi del pianeta in ginocchio da Lui.

Anche perché adularlo ed adorarlo conviene parecchio. Un altro ordine esecutivo di ieri, il primo in materia fiscale, è stato un colossale regalo alle magnifiche 7, con la cancellazione della tassa minima del 15% concordata in sede OCSE a carico delle grandi multinazionali della tecnologia che vendono su internet. Trump ha pure minacciato severe ritorsioni sui paesi che preleveranno tasse sulle multinazionali USA.

Ma dal tourbillon di ordini esecutivi è mancato quello più temuto dai mercati e dalla derelitta Europa. Mi riferisco ai tanto sbandierati Dazi (la parola più bella del mondo, ebbe a dire Trump nei suoi comizi elettorali, senza paura di essere ricoverato), con i quali vuole compiere il miracolo multiplo di abbassare tasse ed inflazione, aumentare crescita economica e prestigio dell’America.

I dazi continuano ad essere agitati come fa il torero col drappo rosso davanti al toro, ma per ora sembrano più l’abbaiare di un cane che non morde. Magari morderà, ma i fatti in questo caso non hanno fretta di inseguire le parole.

Sarà per questo motivo che i mercati USA ieri hanno assecondato Trump, continuando il loro recupero verso i massimi storici.

Intendiamoci: lo scoppio di euforia che vedemmo il 6 novembre scorso, quando Trump vinse la corsa alla Casa Bianca, sembra lontano assai più di quel che si vede sul calendario. Ieri l’indice che ha surclassato tutti nel 2024, cioè Nasdaq100, ha ripreso le contrattazioni dopo la pausa di lunedì con una salita abbastanza moderata (+0,58%) e delle Magnifiche 7 solo 4 hanno avuto un saldo positivo. SP500 ha fatto meglio (+0,88%), ma grazie ai titoli dell’economia tradizionale, mentre l’unica manifestazione quasi euforica si è vista sull’indice delle small cap Russell2000 (+1,88%).

In Europa c’è stato qualche realizzo e molta cautela, anche se si è notato il sollievo per aver evitato i dazi, almeno per ora. Eurostoxx50 è rimasto fermo sui valori della seduta precedente e anche gli altri indici si sono mossi poco.

Oggi si vedrà, anche se il rally dell’ultimo mese ha condotto parecchi indici europei in situazione di ipercomprato e lascia poco spazio ad ulteriori rialzi senza prima una correzione.

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