Anche la scorsa settimana il saldo settimanale dei principali indici europei è stato ampiamente positivo e superiore al +3% (leggermente più debole l’indice spagnolo con performance positiva, ma dimezzata). Da inizio anno Eurostoxx50 e Dax tedesco hanno già collezionato circa il +5%, mentre l’indice italiano Ftsemib ha ottenuto oltre +6%. Sono risultati oltre il doppio di quelli ottenuti dai trionfatori del 2024 SP500 e Nasdaq100 (entrambi con circa +2%).
Inoltre, va notato che Eurostoxx50 ha superato proprio venerdì scorso il massimo del 2024 e si è portata su livelli visitati l’ultima volta nel mese di settembre dell’anno 2000. Il Dax tedesco ha realizzato ben tre massimi storici consecutivi nelle ultime tre sedute di una settimana da incorniciare, e l’indice italiano Ftsemib ha innalzato il suo massimo pluriennale ed ha confermato il completamento di una figura di testa e spalle rovesciato di continuazione rialzista, che proietta l’indice verso un obiettivo grafico vicino a quota 40.000.
Anche Wall Street ha comunque concluso bene una settimana iniziata lunedì scorso con lo spavento di una rottura da parte dell’indice SP500 del supporto chiave di 5.830, negata il giorno stesso con un recupero miracoloso e proseguita con un gran balzo a metà settimana, grazie alle trimestrali bancarie molto positive ed al risveglio delle Magnifiche 7. Venerdì sia SP500 che Nasdaq100, con una seduta in larga parte positiva, hanno scavalcato l’argine superiore del canale ribassista, dentro il quale gli indici USA stavano dalla metà di dicembre, ma non sono ancora riusciti ad arrivare ad attaccare il precedente ultimo massimo discendente del 6 gennaio.
Lasciano così ancora qualche incertezza da valutare domani, dato che oggi i mercati USA sono chiusi per la festa di Martin Luther Kink, che, guarda caso, coincide con il giorno dell’incoronazione a Presidente USA di Donald Trump, sovranista e paladino dei suprematisti bianchi.
Il quale non ha mancato di compiere l’ultimo colpo di scena prima di traslocare nuovamente alla Casa Bianca e di giurare fedeltà alla nazione ed alla costituzione americana.
Per spremere ancora una volta le tasche dei suoi adoratori, ha pensato bene di creare la sua criptovaluta, chiamandola Official Trump, di lanciarla sulla bisca delle crypto, in pasto alla marea di speculatori e adulatori, che hanno fatto lievitare il prezzo in un solo giorno dai 18 centesimi iniziali fino a 75 dollari, con una capitalizzazione provvisoria di 15 miliardi.
Si tratta di una ardita ed assai discutibile mossa per aspirare dollari ai suoi estimatori in cambio di una patacca senza alcun valore, né legale, nè reale. Può essere usata solo per venderla a qualcun altro più sprovveduto che la paghi di più. La classica catena di Sant’Antonio.
Il personaggio non è nuovo ad imprese simili. Ricordo la campagna di raccolta di offerte per le cause legali contro la sconfitta del 2020. Le cause furono subito abbandonate e i dollari raccolti rimasero nelle tasche di Trump.
Pensare che il destino del mondo sia nuovamente finito nelle mani di un simile personaggio mi fa parecchio rabbrividire.
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