PAUSA PER RICARICARE LE PILE DEL TORO

10/12/2024 09:30

Dopo tre settimane di rialzo il rally presidenziale degli indici USA si è preso ieri una seduta di vacanza, sotto il peso di prese di beneficio abbastanza diffuse. Dal 18 novembre in poi l’indice SP500 aveva mostrato, prima di ieri, solo due sedute di lieve ribasso su 14 effettuate. La salita è stata continua, anche se non impetuosa, ed ha accumulato quasi il 4% di ulteriore crescita, portando gli indicatori di eccesso sulla soglia dell’ipercomprato. RSI(14), disegnato sul grafico a candele giornaliere, ha toccato il livello di 70, oltre il quale si entra in territorio di eccesso di rialzo, il 4 dicembre scorso e venerdì 6 ci ha riprovato, ma senza riuscirci, disegnando una classica divergenza tra indicatore e prezzi (che invece avevano migliorato il massimo storico). Per chi non è esperto di analisi grafica, ricordo che la divergenza tra prezzi, che fanno massimi ascendenti, e indicatore, che fa massimi discendenti, è una chiara dimostrazione di perdita di “momentum” per il mercato, che anticipa spesso le inversioni di tendenza.

Chi ha analizzato il grafico non può essersi sorpreso a vedere ieri calare l’indice SP500 per tutta la seduta. Anzi, direi che tutto è andato secondo il copione standard dell’alternanza tra fasi rialziste e correzioni. Un copione che vuole che i mercati prima si indeboliscano disegnando divergenze, per poi correggere.

Tutto ciò senza che sia successo nulla di eclatante, anche se magari i commentatori danno la colpa all’evoluzione della situazione siriana ed alla caduta del regime di Assad (che era facilmente pronosticabile anche nei giorni in cui i mercati ancora salivano).

Il calo di SP500 (-0,61%) si è accompagnato al calo anche maggiore di Nasdaq100 (-0,84%), che ha dovuto anch’esso ripulirsi di eccessi che stavano quasi raggiungendo l’ipercomprato. A trascinare giù gli indici USA è stata soprattutto Nvidia (-2,55%) che ha accusato la notizia dell’apertura di una indagine a suo carico dell’Agenzia Anti-trust cinese. Comunque, anche gli indici della old&small economy hanno continuato a scendere, nonostante avessero già avuto il segno negativo al saldo della prima settimana di dicembre.

L’azionario europeo, invece, ha aperto la settimana con un certo entusiasmo, dovuto anche alle buone performance del settore lusso, dopo che la Cina ha annunciato, alla fine della seduta cinese ed all’inizio di quella europea, nuove misure di sostegno alla crescita ed al settore immobiliare. L’entusiasmo europeo di fronte a questi annunci, non ha poi trovato questa notte molta conferma tra gli operatori cinesi, dato che gli indici cinesi hanno reagito alla notizia solo con un modesto rialzo.

Comunque, in Europa l’entusiasmo del mattino è via via scemato con l’apertura di Wall Street e si è trasformato in lieve ribasso per il Dax tedesco (che in apertura di seduta aveva migliorato il suo massimo storico per la sesta volta consecutiva) e per quasi tutti gli altri principali indici europei. L’unica eccezione è rappresentata dall’indice francese Cac, che ha proseguito il suo recupero, non solo grazie al lusso, ma anche alla convinzione che pure stavolta Macron riuscirà a tirare fuori dal cilindro un nuovo governo, che gli eviterà le dimissioni.

Oggi dobbiamo solo osservare quanto tempo il mercato ci metterà a digerire le prese di beneficio. Normalmente occorrono almeno 2-3 sedute. Ma stavolta non mi stupirei che bastasse anche meno.