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SPARITA L'ESULTANZA, ORA SI FANNO I CONTI
18/11/2024 09:30

La parte finale della scorsa settimana ha regalato a Wall Street le emozioni che le tre sedute precedenti non hanno saputo fornire.

Dopo il decollo rialzista della settimana del voto presidenziale USA, che ha prodotto un balzo davvero ragguardevole, oltre il livello dei 6.000 punti dell’indice SP500 e con ben 4 massimi storici consecutivi, le prime 3 sedute della scorsa settimana si sono trascinate in direzione più laterale che ribassista, senza più l’entusiasmo espresso a caldo e sull’onda delle promesse elettorali, ma anche senza preoccupazione.

I mercati hanno cominciato con calma a far di conto ed a mettere a confronto gli obiettivi politici dichiarati da Trump, per i quali ha chiesto il voto, con i provvedimenti annunciati per raggiungerli. Col passare del tempo hanno constatato non poche lacune e contraddizioni. Spiccava, tra le principali contraddizioni, la volontà dichiarata di difendere gli americani poveri dall’inflazione, con la promessa di dazi sulle importazioni, che vengono normalmente riversati sui prezzi finali e trasferiti ai consumatori. Inoltre, la promessa di difendere il ceto medio, dimenticato dai democratici, si scontra con la proposta di tagliare le tasse solo ai più ricchi ed alle imprese, così da favorire i soliti privilegiati. E, siccome queste politiche costano parecchio, la prospettiva di un debito pubblico ancora più mostruoso di quello che i quattro anni del post-covid hanno prodotto, lanciandolo sopra il 100% del PIL, ha cominciato a produrre perplessità soprattutto nel mercato obbligazionario, che ha dovuto adeguare i rendimenti alle mani bucate del futuro governo federale.

Ci si è messo poi anche il pittoresco Elon Musk, nominato a capo del nuovo dicastero DOGE (Department of Government Efficiency), una sorta di ministero per modernizzare la Pubblica Amministrazione Centrale. Ha già dichiarato l’intenzione di ridimensionare del 75% la struttura burocratica federale, semplificando le norme di autorizzazione, gestione e controllo della spesa (così da aumentare il potere arbitrario nelle mani del governo) per risparmiare fino a 2.000 miliardi di $ sul budget federale. Non ha nascosto che una parte non piccola dei dipendenti pubblici verrebbe licenziata.

Infine, a generare ulteriori perplessità hanno contribuito le nomine di Trump nei posti chiave, dove ha sistemato personaggi noti più per la fedeltà al capo che per le competenze ad occuparsi delle materie che andranno a governare. In particolare, la nomina a capo del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani di Robert Kennedy jr., noto no-vax e complottista, con il permesso di Trump di “scatenarsi sulla Salute”, ha spaventato non poco tutto il settore Healthcare.

Così le due ultime sedute della settimana sono state improntate al ribasso ed al ridimensionamento dell’euforia.

SP500 ha corretto quasi metà del rialzo della settimana delle elezioni, mentre Nasdaq100, colpito venerdì da una sorta di venerdì nero con perdita da -2,4%, ha ritracciato circa due terzi del precedente rialzo.

L’azionario europeo è riuscito a chiudere la settimana più o meno sui livelli del venerdì precedente, grazie al bel rimbalzo di giovedì scorso, restituito solo in parte il giorno seguente. Così riesce un po’ a ridimensionare quella differenza enorme di performance rispetto agli indici USA che si è notata la settimana precedente.

Per il futuro, da un lato noterei che l’arrivo degli indici USA su livelli di ritracciamento che possono richiamare investitori ritardatari, a cui è scappata la possibilità di entrare subito dopo le elezioni, potrebbe far ripartire subito o quasi gli indici USA verso il rally di fine anno, che quest’anno si arricchisce dell’impulso presidenziale. Ma non nego che la confusione che si percepisce nella nuova amministrazione richiede, a chi vuole fare scommesse rialziste proprio ora, una certa dose di coraggio speculativo.

Forse saranno i primi giorni della settimana entrante a chiarirci le idee. Essi dovranno anche scontare l’escalation che si è vista nel weekend in Ucraina, con i pesanti bombardamenti russi sull’intero paese in parte occupato, che hanno dato a Biden il coraggio di autorizzare l’uso delle armi americane per colpire il territorio russo in profondità.

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