La seduta di ieri può essere liquidata abbastanza in fretta, perché da entrambe le sponde dell’Atlantico l’azionario si è sostanzialmente fermato. In USA è rimasto vicino ai massimi storici, e da lì non riesce a scendere. Al contrario, in Europa è vicino ai minimi di settembre, e da lì non riesce a rimbalzare.
I primi giorni post-elettorali hanno fornito indicazioni direzionali chiarissime, che ora appare difficile correggere. Hanno portato esultanza in America, con la speranza che il motto trumpiano Make America Great Again venga declinato in borsa con un trionfale Make Wall Street Great Forever.
Così, dopo 5 sedute consecutive di rialzo sfrenato (contando anche il giorno del voto, perché Wall Street già sapeva, in cuor suo, chi avrebbe vinto), gli eccessi rialzisti, raggiunti a suon di massimi storici, non spaventano ancora, né invogliano ad affrettare le prese di beneficio. Riescono solo ad imporre al rally una pausa fisiologica, ma non a fargli cambiare significativamente direzione.
Opposta è la storia vissuta dagli indici europei, accartocciatisi nelle paure di dazi futuri ed abbandono della Nato a se stessa da parte dei nuovi padroni della Casa Bianca; di nuove manovre geopolitiche di rappacificazione con Putin ed abbandono dell’Ucraina alla tutela europea, con pretese di maggiori spese militari a carico degli alleati europei.
Così il trionfo di Trump e di Wall Street in Europa ha prodotto un fuggi fuggi di investitori internazionali, che ha massacrato l’euro e depresso i listini europei fino a farli scendere vicino ai minimi di settembre o anche al di sotto (è successo ieri a Eurostoxx50).
Una sorta di depressione emotiva che rende difficile anche il tentativo di rimbalzare un po’.
Ieri il film in corso di proiezione si è arrestato, ma non è ancora cambiato, perché a Wall Street si è vista una seduta di pura attesa, che non ha permesso al tentativo di correzione di questa settimana di procedere ulteriormente, mentre in Europa la prima parte della seduta è stata ancora negativa e solo in extremis gli indici sono riusciti a limitare i danni e negare lo sfondamento di supporti molto importanti. Il che lascia aperta la porta alla possibilità di vedere, magari oggi, un po’ di rimbalzo europeo, ma anche di vedere ripartire il rally di Trusk in America.
Le uniche conferme direzionali ieri si sono viste sul Bitcoin, che ha continuato la sua salita fino a sfondare anche quota 90.000 $, sull’oro, che ha proseguito la sua correzione, e sul cambio Euro-Dollaro, che ha continuato il suo smottamento ribassista al di sotto di 1,06, lasciando l’impressione di voler scendere fino al supporto di 1,05.
Domani il commento non sarà pubblicato. Buon Week-end.
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