Esplosione di gioia, ieri a Wall Street, per la vittoria elettorale della “strana coppia”.
Non so come diversamente definire il connubio Trump-Musk, un egocentrico imbonitore di folle ed uno stravagante visionario sempre “oltre le righe”, amalgamati in un legame politico che è diventato una perfetta macchina comunicativa: il “duo Trusk”.
L’esito delle elezioni è stato un trionfo per Trump. Anche se i dati completi ed ufficiali non sono ancora arrivati, le proiezioni danno ormai per certa la vittoria repubblicana nel voto presidenziale (probabilmente arriverà a 312 grandi elettori per Trump contro 226 di Harris, ben oltre la maggioranza di 270, già ampiamente superata). Ma certificano Trump vincente anche nel voto popolare complessivo. Meglio che nel 2016, quando vinse la maggioranza dei grandi elettori ma con 3 milioni di voti complessivi in meno rispetto a Hillary Clinton. Segno che veramente la maggioranza degli americani si riconosce in Trump.
Inoltre, il partito repubblicano ha conquistato la maggioranza dei seggi per il Senato e molto probabilmente (mancano ancora alcuni seggi da attribuire) raggiungerà la maggioranza anche alla Camera dei Rappresentanti. Un clamoroso en plein (in USA lo chiamano cleen sweep) che garantirà a Trump per almeno due anni la possibilità di far approvare tutto quel che vorrà su ogni materia senza dover arrivare a compromessi con i democratici. Mani libere, quasi come i dittatori che tanto ammira. E, siccome il rancoroso Presidente ha già promesso di cambiare anche tutto l’establishment (il deep state, come lo chiamano i complottisti), temo che la tanto ammirata democrazia americana, fatta di pesi e contrappesi, verrà messa duramente alla prova.
Intanto The Donald incasserà un bel guadagno personale, dato che con la elezione presidenziale otterrà anche l’archiviazione di tutti i molti processi che lo coinvolgono.
Ma del trionfo di Trump ha beneficiato alla grande anche il sodale Elon Musk, che con un investimento di circa 120 milioni di dollari per finanziare la campagna elettorale dell’amico Donald, ieri ha visto la sua Tesla salire in borsa del +14,7%: per lui un guadagno (sia pur provvisorio) di 13 miliardi (+10.924%, non è un errore) in un solo giorno sul capitale investito su Trump.
I mercati ieri sono partiti tutti al rialzo ed il Trump Trade si è espresso appieno, con salita di azioni, dollaro, rendimenti obbligazionari, e cedimento dell’Oro, che non serve più come riparo, dato che il rischio di guerra civile, evocato dagli esperti, può tranquillamente essere cestinato, dopo da debacle democratica su tutta la linea.
Però in Europa, dopo la fiammata iniziale, riflesso condizionato dal vedere i futures americani scatenati al rialzo, già in mattinata l’azionario europeo ha messo la retromarcia, considerando il lungo elenco delle conseguenze sull’Europa di questo trionfo del populismo di destra americano:
- rafforzamento delle destre neofasciste europee;
- isolazionismo americano con conseguente indebolimento della NATO, che costringerà l’Europa ad investire sulla propria difesa e ad essere più ricattabile da Putin, il quale deve essersi ubriacato di Champagne per la vittoria di Trump;
- dazi americani sulle esportazioni europee in USA, che riapriranno la guerra commerciale;
- importazione di inflazione per il rafforzamento del dollaro.
Così gli indici europei sono scivolati per tutto il resto della seduta, chiudendo con passivi abbastanza ampi, in genere superiori al punto percentuale. Eurostoxx50 sintetizza la debacle europea con un significativo -1,43%.
Tripudio continuo invece sugli indici USA, che hanno aperto in ampio gap rialzista e sono saliti senza sosta per tutta la seduta. SP500 (+2,53%), Nasdaq100 (+2,74%) e Dow Jones (+3,57%) hanno fatto a pezzi il loro massimo storico, mentre solo il Russell2000 delle small cap rimane leggermente al di sotto del suo record storico del 8 novembre 2021, sebbene ieri sia stato l’indice più entusiasta di tutti (+5,84%).
L’euforia che si è respirata ieri non pone limiti al rialzo. Per SP500 la barriera dei 6.000 punti dista solo 71 punti. Basterebbe ancora salire la metà di quel che l’indice è salito ieri per sfondarla. Pare fattibile entro fine settimana.
Però tanto entusiasmo rappresenta anche l’intenzione di mettere il carro piuttosto davanti ai buoi, dato che Trump in campagna elettorale ha ripetuto alla noia i suoi soliti slogan ed ha sfoggiato ripetutamente una maleducazione che ora, nel regno dei social media, sembra essere diventata una virtù, ma di dettagli programmatici ne ha mostrati davvero pochi.
Anche i mercati stanno dando il loro “voto di fiducia” al nuovo presidente, ma la fiducia dei mercati, lo sappiamo, è volubile e deve sempre essere invogliata da fatti concreti. Di quelli che piacciono a loro, ovviamente.
Verrà il momento in cui potremo verificare quante promesse verranno attuate e quanto queste attuazioni saranno tra loro compatibili. Ad esempio, l’impegno a lottare contro l’inflazione non si concilia molto con l’apposizione di dazi sulle importazioni. Neppure con il blocco dell’immigrazione, che in questi ultimi anni ha consentito di calmierare gli stipendi e permesso la discesa dell’inflazione, nonostante la salita del PIL. La promessa di restituire potere d’acquisto ai dimenticati mal si concilia con l’intenzione di abbassare le tasse ai ricchi. E così via.
Forse l’ho già scritto, ma repetita juvant: ne vedremo delle belle.
I nostri SERVIZI INFORMATIVI ti aiutano a guadagnare in borsa con un metodo chiaro, semplice, efficace e, soprattutto, replicabile!
GOLD, Report Quotidiano sul Mercato Azionario, fornisce ogni giorno ANALISI sui principai indici, analisi e INDICAZIONI operative sul AZIONI di ITALIA, USA e su ETF-ETC quotati. Prova 1 mese GRATIS!
GAP, Report settimanale per investire con ottica di medio periodo su ETF-ETC e AZIONI di ITALIA e USA Prova 1 mese GRATIS!
In più avrai la possibilità di partecipare ai Webinar FOCUS mensili di approfondimento, riservati agli iscritti a GOLD e GAP.