La seduta di ieri ha presentato due novità, che potrebbero portare un po’ di cattivo tempo da qui alle elezioni presidenziali USA.
La prima riguarda l’Europa e, più che una novità, appare una maggior percezione dei rischi che incombono sul futuro economico e geopolitico europeo.
Infatti, ieri sono usciti i dati preliminari del PIL del terzo trimestre 2024 dei principali stati europei e dell’intera Eurozona, e quelli, sempre preliminari, dell’inflazione di ottobre della Germania.
I primi hanno mostrato un trimestre in crescita robusta solo in Spagna, mentre la Germania rimane in terreno di recessione rispetto allo scorso anno, l’Italia ha avuto crescita zero nel trimestre e l’Eurozona ha visto solo un leggero miglioramento, grazie alla Francia, che ha vissuto di rendita sull’una tantum delle Olimpiadi. L’inflazione per contro ha dato segni di risveglio in Germania e potrebbe interrompere la traiettoria di calo vista finora.
Queste notizie hanno messo già di per sé di cattivo umore l’azionario europeo e sono state accompagnate da trimestrali di importanti imprese del vecchio continente che hanno mancato le attese, provocando scivolate ai relativi titoli.
E, tanto per completare l’opera, dagli USA fanno sempre più insistenti i segnali che il prossimo Presidente potrebbe essere Trump, che guida con ampio distacco di probabilità la corsa alla Casa Bianca, almeno secondo i bookmakers. Si comincia perciò a fare qualche conto sulle conseguenze del neoprotezionismo e dell’isolazionismo geopolitico che potrebbero tornare alla ribalta alla Casa Bianca. Sono tutti conti con saldo negativo per l’Europa, a partire dall’Ucraina, che potrebbe essere obbligata ad arrendersi alla Russia dal disimpegno USA. Ma sull’economia potrebbero pesare i dazi che colpiranno anche l’Europa e non solo la Cina.
Così la seduta si è via via deteriorata per chiudere in forte e diffuso ribasso sugli indici europei. Eurostoxx50, con un parlante -1,29% ben sintetizza la cupezza della seduta. L’indice sintetico di Eurozona ora deve lottare per non appesantire la sua correzione, che ieri ha già sfondato anche la media a 200 sedute ed il minimo di ottobre, e si avvia a chiudere malamente il mese di ottobre ed anche la settimana, salvo miracoli.
La seconda novità riguarda Wall Street, dove l’atmosfera non pare ancora così negativa, ma si sono viste ambiguità che debbono far riflettere.
La buona trimestrale di Alphabet è stata premiata, ma non si è visto l’effetto traino sulle altre magnifiche che avrebbero consegnato i conti del trimestre dopo Alphabet. Così sia SP500 (-0,33%) che Nasdaq100 (-0,79%) hanno mancato l’occasione di uscire dalla lateralità che li opprime da qualche seduta. Strano perché, dopo la chiusura di Wall Street, anche Microsoft e Meta hanno pubblicato trimestrali molto buone, battendo le attese sia sugli utili che sui ricavi. Ma neppure l’After Hour le ha premiate, forse perchè il mercato si è indispettito per la traiettoria di crescita, che non è più iperbolica come ad inizio anno, e per le ipotesi fatte dagli amministratori, che anche i costi siano destinati a crescere per alimentare la diffusione dell’Intelligenza Artificiale.
Fino alle elezioni USA, perciò, si potrebbero vedere quelle prese di beneficio che la stagionalità avrebbe voluto vedere in ottobre e che sono state rimandate fino a ieri. A meno che le ultime due magnifiche, Apple ed Amazon, questa sera, non salvino la baracca, riportando entusiasmo.
Il commento quotidiano domani fa festa e tornerà lunedì.
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