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LA SETTIMANA COMINCIA MALE
22/10/2024 09:30

Brusco inizio di settimana per le borse occidentali. Dopo le scadenze tecniche di ottobre, celebrate  venerdì scorso, la giornata di ieri ha sostanzialmente aperto il mese borsistico di novembre.

Un mese quest’anno impegnativo e con molte incognite da decifrare e su cui scommettere. La stagione delle trimestrali entrerà in questi giorni nel pieno del suo svolgimento con quantità importanti di società che sveleranno i conti del terzo trimestre. Le elezioni presidenziali USA si avvicinano, ed oggi distano due settimane esatte, con i sondaggi che mostrano un testa a testa sul filo di pochi voti in pochi stati incerti. Le incognite crescono sul comportamento della FED, che si troverà il 7 novembre, quando i risultati elettorali saranno stati appena comunicati, a dover decidere se la robustezza dell’economia americana sia compatibile con un nuovo taglio dei tassi oppure sia meglio aspettare altri segnali di disarmo dell’inflazione prima di allargare le condizioni monetarie.

Tutto ciò con sullo sfondo una situazione geopolitica sempre in procinto di subire nuove escalation belliche.

Se la scorsa settimana l’inerzia rialzista ha prevalso per quasi tutti gli indici occidentali, ieri l’inizio della nuova pagina su cui scrivere il movimento dei mercati finanziari è stato dominato dalle prese di beneficio. Gli indici europei, tutti negativi, hanno concluso in fretta un tentativo iniziale di continuazione del rialzo, per poi svoltare con decisione al ribasso e restituire gran parte o anche tutto il rialzo di venerdì scorso. Eurostoxx50 ha sintetizzato l’andamento dell’azionario di Eurozona con un brusco calo da -0,9%, chiudendo sotto il minimo di venerdì scorso e disegnando una candela outside ribassista, che evoca una ripresa della fase correttiva dopo le due sedute finali di rimbalzo della scorsa settimana. Cali simili si sono visti sui principali indici europei.

Anche Wall Street ha iniziato piuttosto male la sua settimana, aprendo in lieve ribasso, ma accelerando quasi subito le perdite ben oltre il mezzo punto percentuale su SP500 e Nasdaq100.

Le incertezze USA hanno accentuato la spinta verso il basso degli indici europei.

Però, dopo la chiusura dei mercati europei, si è rivisto un giochino che spesso viene ripetuto: il contropiede rialzista con recupero di quasi (SP500) o tutta (Nadaq100) la perdita accumulata nella prima fase della seduta. Così la seduta si è conclusa assai vicino alla fermata di venerdì scorso. Se il saldo finale di giornata è talmente minuscolo da non essere degno di nota, lo è il fatto che ieri sono stati i tecnologici a tirare il recupero, con Nvidia (+4,14%) a suonare la carica. Era un po’ di tempo che si osservava una scarsa verve della tecnologia. Ieri i rapporti di forza tra titoli “Growth” e titoli “Value” si sono di nuovo girati a favore dei Growth. Non a caso l’indice USA che ieri ha avuto la peggio è stato il Russell2000 delle small cap, sepolto dalle vendite con un pesante -1,65%.

Se l’azionario ha sostanzialmente marcato visita, l’Oro ha continuato la sua salita verso il cielo, mettendo a segno ancora un massimo storico, a quota 2.755 $ l’oncia. Il grafico giornaliero di questa materia prima segnala ora eccesso di rialzo e comincia ad avvisare che si sta esagerando.

Ieri è rimbalzato anche il petrolio, recuperando i 70 $ al barile, sebbene non abbia ancora prodotto un segnale di inversione di tendenza. Resta ancora a rischio di ulteriori avvitamenti verso il forte supporto di poco superiore a quota 65 $.

Botte da orbi invece sul cambio Euro-Dollaro. Sebbene il “FED Wacth”, l’indicatore di probabilità basato sui futures dei tassi FED, continui a dare per quasi certo il taglio dei tassi di -0,25% per la riunione del 7 luglio, il mercato ha percepito da qualche giorno che la BCE pare più propensa a tagliare di quanto non sia la FED. Perciò i rendimenti sulla curva USA continuano a salire più di quanto non si veda sulla curva dei Bund tedeschi. E, soprattutto, l’euro tende ad essere cambiato in dollari, col risultato che il cambio EUR-USD, che il 30 settembre toccò quota 1,12, ieri ha quasi raggiunto 1,08, mostrando ben 14 cali nelle ultime 17 sedute.

Oggi abbiamo un’altra bordata di trimestrali, ma nessun dato macroeconomico di rilievo. Parlerà la ciarliera Lagarde in due diversi appuntamenti e chissà se riuscirà ad evitare il solito cliché che prevede un colpo al cerchio e uno alla botte.

Cercheremo di verificare se la debolezza di ieri è stato un fatto passeggero oppure anticipa un malessere più prolungato.

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