La scorsa settimana, densa di sorprese, tra cui primeggia il maxi-taglio dei tassi FED di mercoledì scorso, ha portato un bel po’ di volatilità su mercati azionari dapprima attendisti, poi perplessi, quindi euforici ed infine schiacciati dalle 4 Streghe.
La settimana passata ha portato comunque un saldo positivo per quasi tutti gli indici principali del globo. Leggermente positivo per l’affaticato gruppo di indici europei, ma più ampio e convinto per quelli USA, che giovedì sono riusciti a segnare nuovi massimi storici con SP500 e Dow Jones, proprio grazie all’euforia da taglio dei tassi.
Il mese conferma la stagionalità negativa per ora solo sugli indici europei, ancora lontani dal massimo di inizio mese, mentre agli indici USA della stagionalità contraria sembra proprio non importare molto.
La risposta al maxi-taglio FED è stata incerta a caldo, entusiastica giovedì e frenata venerdì dalle 4 streghe. Nel commento di venerdì mattina, dopo aver rimarcato il ritorno dell’euforia ho avvertito che la giornata di venerdì avrebbe potuto essere fortemente condizionata dalle 4 Streghe, cioè la scadenza tecnica di Futures ed Opzioni su Indici e Azioni. La forte euforia di giovedì, con numerosi ed ampi strappi rialzisti da parte di molti titoli, avrebbe portato a vendite cospicue di azioni rivenienti da tante opzioni esercitate.
Così è stato e gli indici hanno accusato ampie prese di beneficio. Quelli europei per tutta la seduta, dato che la chiusura ha coinciso con la prima fase della seduta USA, in pieno marasma da realizzi.
Perciò l’Europa ha restituito gran parte del terreno rialzista percorso giovedì ed ha salvato a stento il saldo settimanale positivo.
Invece in USA, dopo le significative vendite iniziali, pian piano gli indici hanno recuperato quasi tutta la perdita ed hanno conservato un ampio saldo settimanale positivo (SP500 -0,19% venerdì ma +1,36% il saldo della settimana; Nasdaq100 -0,24% venerdì e +1,42% in settimana).
Ritengo a questo punto abbastanza probabile che i mercati USA vogliano mostrare la loro forza anche negli ultimi giorni di settembre, anticipando (magari troppo, col rischio di bolla speculativa?) il rally di fine anno. Gli unici ostacoli seri possono venire da qualche scherzo sul mercato del lavoro, che è ora l’osservato speciale della FED. Una FED che ha voluto partire col passo lungo nella manovra di atterraggio monetario, comunicando però di non avere alcun timore di recessione, ma di aver tagliato tanto solo a scopo precauzionale (e, a mio parere, per compiacere i mercati, ma la FED non lo ammetterà mai). I mercati da tempo scommettono sull’atterraggio morbido e sull’assenza di recessione ancora per parecchi mesi.
La storia dice invece che, quando la FED inizia a tagliare, la recessione fa presto capolino.
Chissà se Powell e la speculazione questa volta riusciranno a cambiare la storia?
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