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SPERANZE (O ILLUSIONI) DI MAXI-TAGLIO
17/09/2024 09:30

La settimana della FED è iniziata in modo incerto e frammentato. Un significativo, anche se non drammatico, storno delle magnifiche 7 regine della tecnologia ha condizionato l’esito dell’intero indice Nasdaq100, che nella prima parte della seduta di ieri è arrivato a perdere oltre un punto percentuale, per poi dimezzare il passivo alla campanella finale. Invece sia SP500, che, soprattutto, gli indici più rappresentativi dell’economia tradizionale (Dow Jones e Russell2000) hanno messo a segno una seduta moderatamente positiva. Il vecchio Dow Jones è riuscito persino a migliorare il suo massimo storico.

L’Europa azionaria, che già la scorsa settimana aveva mostrato un rimbalzo assai meno convinto di quello fornito da Wall Street, ha continuato nella sua indolenza fin dal mattino e, complice l’inizio incerto di Wall Street, ha archiviato una seduta leggermente negativa per Eurostoxx50, Dax tedesco e CAC francese, in pari per l’italiano Ftsemib e in modesto rialzo solo per l’indice spagnolo Ibex.

Nelle incertezze europee ha messo lo zampino anche il rialzo del cambio euro-dollaro ed il rialzo dell’obbligazionario europeo, con simmetrico calo dei rendimenti su tutta la curva.

La chiave interpretativa di tutto ciò va cercata nella strana convinzione, che è si è fatta strada sui mercati a partire da venerdì scorso e che il week-end deve aver coltivato fino a farla diventare rigogliosa, su quel che ha intenzione di fare la FED nella riunione di domani.

In prossimità delle riunioni del FOMC i vari componenti del comitato FED sono tenuti al silenzio. Ma spesso capita che affidino i loro sussurri riservati a Nick Timiraos, giornalista del Wall Street Journal, che da qualche tempo è diventato una sorta di Gola Profonda in grado di portare ai mercati i messaggi che i membri FED non possono dichiarare.

Ha destato stupore un suo articolo, pubblicato giovedì scorso, quando i futures sui Fed Funds affidavano l’85% delle probabilità ad un taglio dei tassi da -0,25% e solo il 15% all’ipotesi che il taglio fosse doppio, cioè -0,50%. Timiraos ha affermato che questa volta il taglio potrebbe essere da -0,5%, sulla base del ragionamento che, se la maggioranza dei membri FED è ormai convinta che dovranno tagliare i tassi dell’1% entro fine anno, sarebbe certamente più facile e prudente partire con -0,25% e poi incrementare successivamente con un secondo taglio a novembre da -0,5% ed un taglio da -0,25% a dicembre. Ma sarebbe più sensato partire con -0,5% a settembre per poi proseguire a novembre e dicembre con due tagli da -0,25%.

In fondo, è adesso che il mercato del lavoro ha mostrato un incremento del tasso di disoccupazione e quello immobiliare dà segni di debolezza. Come nelle terapie, spesso la prima dose d’urto è preferibile per estirpare meglio il male.

Se così scrive Gola Profonda Timiraos, vuoi vedere che la FED pensa di sorprendere con un maxi-taglio? Così debbono aver pensato molti operatori e già venerdì il bilancio delle probabilità si è riequilibrato, mentre ieri è diventato più probabile, anche secondo i futures sui Fed Fund, un taglio di due scalini. Nel momento in cui scrivo le probabilità per un taglio da -0,5% sono del 67% contro solo il 33% di possibilità che il taglio sia da -0,25%.

Con questa ipotesi, allora avrebbe senso comprare obbligazioni, azioni delle società dell’economia reale, penalizzare il dollaro contro l’euro, ed anche comprare l’oro, che ieri, pur senza esagerare, un ritocchino al massimo storico non l’ha fatto mancare.

Ma sarà veramente così?

Personalmente, sapendo di espormi alle pernacchie dei lettori, continuo ad essere del parere che la FED taglierà di solo un quarto di punto i tassi ufficiali. Basandomi sulla prudenza di Powell, e anche sul suo timore di essere accusato da qualche candidato alle elezioni aver favorito l’altro, penso che l’azzardo da -0,5% non verrà fatto. Meglio farlo eventualmente a novembre, quando il nuovo Presidente sarà già stato eletto, ed il maxi-taglio sarà una “captatio benevolentiae” verso il suo nuovo datore di lavoro.

Oltretutto, si è sempre ipotizzato che partire forte con i tagli potrebbe disturbare un mercato che andrebbe a fantasticare su che cosa sappia la FED che noi non sappiamo, per diventare di colpo così accomodante.

Stiamo a vedere. Manca solo un giorno.

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Pierluigi Gerbino - P. Iva 02806030041
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