Dopo la sorprendente inversione rialzista realizzata mercoledì sera dagli indici USA nella seconda parte della loro seduta, la giornata di ieri si è svolta secondo il copione che presenta l’analisi grafica.
Per Wall Street il rialzo aggressivo avrebbe dovuto essere seguito da una ulteriore estensione di conferma. Così è stato, dopo un breve consolidamento ad inizio seduta. SP500 ha aggiunto un +0,75% al +1,07% realizzato nella seduta di mercoledì e si è portato a un solo punto percentuale esatto di distanza dal massimo di agosto e a solo 1,35% dal massimo storico del 16 luglio. Diciamo che, salvo sorprese (e sappiamo bene quanto siano possibili), il destino del principale indice azionario di Wall Street e del mondo intero pare ora quello di provare a migliorare il suo massimo storico.
Anche Nasdaq100 ha esteso il suo rimbalzo di quasi l’1%, fermandosi a quota 19.423. Ma l’indice tecnologico si trova in condizioni assai meno agevoli del fratello maggiore. Infatti, nonostante abbia recuperato, con 4 sedute positive consecutive, quasi tutto il calo della prima settimana di settembre, la strada rialzista da percorrere per tornare al massimo storico di quota 20.691 del 10 luglio è molto più lunga ed insidiosa. C’è ancora da fare un rialzo di circa il 6,6% e durante questo percorso dovrà essere superato il massimo di 19.939 del 22 agosto, dove venne fermato il rimbalzo di agosto e partì la correzione successiva, che ora l’indice tecnologico sta cercando di recuperare.
Secondo copione è stato anche il rialzo degli indici europei, che mercoledì erano stati distanziati dal veemente rialzo avvenuto a Wall Street nella seconda parte della sua seduta, quando i mercati europei erano già chiusi. La necessità di inseguire l’America ha prodotto una seduta positiva, con rialzo intorno al punto percentuale per i principali indici europei.
Ma l’Europa azionaria, a causa della sua debolezza relativa rispetto a Wall Street, che si osserva fin dallo scorso aprile, è molto indietro, ancora invischiata nelle fasi iniziali del recupero della correzione di settembre. Mentre SP500 l’ha recuperata quasi tutta, Eurostoxx50, che sintetizza l’azionario dell’Eurozona, fino a ieri sera ne ha recuperato solo 1/3 e si trova ancora sotto tutte le principali medie (quelle a 20, 50 e 200 sedute). Per di più, si sta avvicinando pericolosamente quello che gli americani chiamano “death cross” (l’incrocio della morte), cioè l’incrocio ribassista tra la media a 50 sedute e quella a 200 sedute, che evidenzia graficamente il passaggio da un mercato Toro ad un mercato Orso di lungo periodo. Insomma, la cera dell’azionario europeo è lontana anni luce da quella dell’indice principale americano.
Tutto secondo copione anche in casa BCE, dato che il super telefonato taglio dei tassi da -0,25% è stato puntualmente varato “all’unanimità”, dopo la riunione del Consiglio Direttivo.
Che fosse già ampiamente scontato lo dimostra il fatto che, dopo l’annuncio, le quotazioni dei bund tedeschi e dei titoli obbligazionari europei sono scese, mentre, simmetricamente, sono saliti i rendimenti. E’ stato il classico “sell on news”, cioè vendi sulla notizia quel che hai comprato sulle aspettative. Stessa cosa è capitata al cambio euro-dollaro, con l’euro che è stato venduto nelle sedute precedenti in attesa della decisione BCE e, quando questa è arrivata, è stato in buona parte ricomprato. Si tratta dell’ennesima dimostrazione che i mercati anticipano sempre le decisioni di politica monetaria.
Perciò, nel momento in cui la BCE ha fatto la sua mossa, il mercato ha cominciato a scontare la mossa che farà la FED la prossima settimana. E, siccome la FED taglierà anch’essa il suo tasso ufficiale, il dollaro viene venduto e l’oro comprato. Così la quotazione del metallo giallo ha segnato il nuovo massimo storico a 2.588 $ l’oncia.
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