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IPNOTIZZATI DA UN INDICATORE SCASSATO
06/09/2024 09:30

Se vogliamo indicare in poche parole da che cosa dipende la direzione futura dei mercati azionari globali, allora basta dire che dipende dalla percezione che la massa degli operatori sta maturando sull’arrivo, o meno, della recessione in USA. Una recessione che a fine luglio ed inizio agosto sembrava assai probabile, ma che le ultime 3 settimane di agosto hanno cancellato dalla mente degli operatori, ripristinando quella convinzione che “andrà tutto bene”: l’inflazione PCE scenderà fino a raggiungere l’obiettivo FED del 2%; la FED potrà cominciare a tagliare gradualmente i tassi ufficiali senza che la fase restrittiva durata dal 2022 ad oggi abbia provocato significativi rallentamenti alla crescita economica; gli utili societari USA saranno ancora mediamente in crescita  nei prossimi trimestri. Il migliore dei mondi possibili, grazie alla perfetta manovra di politica monetaria attuata da Powell e dal suo staff di governatori del FOMC.

Ma settembre minaccia di rompere le uova nel paniere dell’ottimismo, perché potrebbe presentare altri segnali di avvicinamento della tempesta recessiva. Abbiamo già visto segnali di indebolimento da parte degli indicatori costruiti sulla fiducia dei manager delle grandi multinazionali USA, gli indici ISM relativi ad agosto: quello manifatturiero da molti trimestri è in territorio inferiore a quota 50 e segnala rallentamento congiunturale; quello del settore servizi è ancora leggermente positivo, ma sembra convergere verso quota 50.

Ma l’indicatore più seguito dalla FED, e perciò dai mercati, è il mercato del lavoro attraverso il  “Non Farm Payroll”, l’indicatore che stima il numero di posti di lavoro non agricoli aggiunti ogni mese nel sistema economico USA. Questo indicatore viene interpretato ipotizzando che la velocità di crociera dell’economia USA se crescesse secondo il suo potenziale dovrebbe creare circa 200.000 nuovi posti di lavoro al mese. Il 2 agosto scorso questo indicatore mandò in fibrillazione i mercati comunicando la creazione di sole 97.000 nuove buste paga non agricole in luglio. La paura durò fino al 7 agosto. Poi l’inerzia rialzista ha ripreso il sopravvento e fatto dimenticare lo spavento per il resto del mese di agosto.

Forse non tutti sanno che il principale problema di questo indicatore è l’imprecisione delle stime che si ottengono dai sondaggi mensili, anche perché il dato viene diramato molto in anticipo,  il primo venerdì del mese successivo. Si è optato di privilegiare la rapidità di comunicazione a scapito della precisione. L’imprecisione delle stime è un problema che c’è sempre stato, ma che è cresciuto parecchio nel post-Covid. Viene fronteggiato attraverso un’opera di verifica e correzione a posteriori, che sfocia in una revisione annuale che comunica quanti posti di lavoro debbono essere aggiunti o tolti ai dati precedentemente comunicati, per correggere gli errori di stima. Durante i periodi di recessione in genere le revisioni aggiungono posti di lavoro, mentre durante gli anni di crescita solitamente si sovrastimano gli occupati. Perciò la revisione li deve sottrarre.

Ebbene, il 21 agosto è stata pubblicata la revisione dei dati comunicati da aprile 2023 a marzo 2024. E’ stata accertata una sovrastima complessiva di 818.000 posti di lavoro. Siccome non vengono diramate le correzioni dei singoli mesi dobbiamo accontentarci della correzione negativa media delle statistiche a posteriori, che risulta oltre -68.000 posti al mese.

Abbiamo così saputo ad agosto che il magnifico mercato del lavoro USA, che macinava buste paga a tutto spiano, in realtà fin da marzo era assai meno spettacolare di quanto apparisse.

Così la paura di venerdì 2 agosto, quando la bassa creazione di posti di lavoro di luglio aveva fatto correre sulla schiena degli operatori (e probabilmente anche di Powell) il brivido della possibile recessione, oggi rischia di concedere il bis, perché il mercato del lavoro pare assai meno forte di quel che si immaginava a luglio. Ieri un dato meno famoso, la stima ADP sulla creazione di posti di lavoro nel settore privato, che spesso anticipa nella direzione quel che poi arriva da Non Farm Payroll, ha comunicato solo 99.000 nuovi posti di lavoro rispetto ai 145.000 attesi dagli analisti.

Oggi gli analisti si aspettano un Non Farm Payroll di 160.000 posti di lavoro. Quel che sarà comunicato alle 14,30 battezzerà la direzione dei mercati per il resto della seduta e le seguenti.

Un valore nettamente sotto le attese, simile a quel che ha mostrato la stima ADP di ieri, evocherà la recessione e riporterà in bassi gli indici azionari, che questa settimana hanno corretto un po’ la favolosa inversione a V di agosto, ma si trovano ancora più vicini ai massimi di luglio che ai minimi di agosto.

Una solida creazione di buste paga, almeno pari alle attese, ridarà invece fiato agli ottimisti e convincerà che il “no landing” può continuare ancora per qualche mese.

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