Il mese di luglio se ne sta andando mogio, mogio, con un finale in cui la voglia di recuperare la correzione in atto trova ostacolo nella paura per le trimestrali in arrivo.
Non trovo altra spiegazione al comportamento di mercati azionari, che da alcune settimane hanno perso la baldanza di giugno (quelli USA) o continuano a non averne affatto (quelli europei).
Anche ieri si è visto molto bene che l’inerzia rialzista acquisita dalle magnifiche 7 del Nasdaq nella prima parte di quest’anno, grazie alla prodigiosa narrazione sui fasti dell’Intelligenza artificiale, che è svanita a metà luglio, quando sono arrivate le prime forti prese di beneficio sulle regine della tecnologia, finora non riesce a tornare.
Mentre le prese di profitto di maggio e di giugno si esaurirono in poche sedute più laterali che ribassiste, allontanando dai massimi storici gli indici SP500 e Nasdaq100 meno di una manciata di punti percentuali, le vendite della seconda parte di luglio sono state molto più incisive e ricordano la prima gamba della correzione di aprile. SP500 si è allontanato dal massimo storico fin quasi al -5%, mentre Nasdaq100 è arretrato dal suo di 20.690 punti di quasi il -10%.
Gli indici USA sono tornati a testare la media di medio periodo a 50 sedute, con SP500 che sta lottando per non cederla e Nasdaq100 che, dopo averla ampiamente sfondata mercoledì scorso, sta lottando per recuperala, ma per ora senza troppo successo.
Se il rimbalzo della seduta conclusiva della scorsa settimana non è stato molto vivace, ma almeno è riuscito ad interrompere la serie di minimi discendenti, molte attese di riscossa erano riposte nella seduta di ieri.
I mercati europei hanno sentito profumo di estensione del rimbalzo e sono partiti alla carica con apertura di seduta in gap rialzista, per alcuni indici anche abbastanza ampio.
Ma hanno passato la mattinata a chiuderlo ed il pomeriggio a scendere, in questo aiutati dall’apertura abbastanza incerta di Wall Street. Perciò le dolci scommesse rialziste del mattino hanno lasciato spazio alle ipotesi sulla continuazione della correzione, dato che i saldi giornalieri sono stati decisamente deludenti, negativi per tutti i principali indici e sintetizzati da Eurstoxx50 in quasi -1%.
Anche Wall Street ha dovuto fare i conti con la mancanza di fiducia, poiché sia SP500 che Nasdaq100, con una seduta altalenante, hanno trovato ancora una volta un ostacolo insormontabile nel massimo di giovedì scorso, che li ha costretti a restituire quasi tutto il rialzo di giornata, e chiudere a ridosso della parità, disegnando sul grafico giornaliero dei modelli di continuazione ribassista che potrebbero essere completati al ribasso se solo arrivasse qualche magnifica delusione dalle trimestrali in arrivo tra oggi e i prossimi giorni.
Arrivati quasi a metà del cammino di presentazione dei risultati del secondo trimestre 2024 (41% delle 500 società che appartengono all’indice USA SP500), questa settimana si presenta come cruciale, perché arriveranno ben 4 trimestrali delle magnifiche 7. Si comincerà già oggi con Microsoft, mentre domani toccherà a Meta e giovedì arriveranno quelle di Apple ed Amazon.
Potrà essere l’occasione del riscatto, se usciranno numeri convincenti, oppure dell’avvitamento se prevarrà la delusione.
Non dimentichiamo che il mercato si è fatto piuttosto severo con i giudizi sui rendiconti di questa stagione di trimestrali. Factset ha pubblicato una prima analisi sui risultati e su come sono stati accolti dal mercato. Se la percentuale di società che hanno battuto gli utili per azione attesi dagli analisti è stata leggermente superiore alla media storica, va notato che hanno superato le attese molto meno di quel che succede di solito. Hanno battuto in media solo del 4,4% le previsioni degli analisti, poco più di metà di quel che hanno fatto mediamente negli ultimi 5 anni.
D’altro canto, il mercato sta premiando le sorprese positive meno che in passato e punendo le sorprese negative più che in passato.
Tutto ciò sembra giustificare la debolezza dei mercati azionari in questa prima fase di trimestrali.
Ma soprattutto rende l’idea della fragilità degli indici in questo momento.
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