Si è concluso il mese di giugno ed il primo semestre con una settimana un po’ incerta, non solo in Europa, attanagliata dal timore della deriva sovranista in Francia, ma anche a Wall Street, dove i tentativi di rally, che sembravano andare a buon fine, con l’inizio bruciante della seduta di venerdì, arrivata subito a migliorare il massimo storico con SP500 e Nasdaq100, sono stati poi sepolti da copiose prese di beneficio dopo la prima ora di contrattazioni, che hanno prodotto una chiusura negativa ed una candela di inversione di tendenza ribassista sul grafico giornaliero.
Un modello che nell’ultimo mese e mezzo si è visto altre due volte prima di venerdì. Nei casi precedenti però non ha prodotto danni significativi, ma solo qualche seduta di incertezza e poco arretramento dei valori. Se vale il detto che non c’è due senza tre, anche questa volta avremo solo una fastidiosa battuta d’arresto da dimenticare in fretta.
Anche perché, nel week-end, il primo responso elettorale francese ha smentito i lugubri presagi dei sondaggi e sentenziato la vittoria del Rassemblent Nationale di Marine Le Pen con il 33% dei voti, meno delle previsioni e soprattutto lontano dalla maggioranza assoluta. Gli sconfitti non sono andati poi così male (29% alla Sinistra e 20% ai centristi di Macron). Questo significa che, se la sinistra aderirà all’appello di Macron di marciare uniti al ballottaggio contro la destra sovranista, le possibilità di impedire alla destra la maggioranza assoluta sarebbero concrete. La settimana appena iniziata ci dirà se tutta la sinistra aderirà all’offerta di Macron. Non lo darei per scontato, perché anche nel fronte di sinistra il sovranismo non manca. Intanto oggi bisogna scontare che il primo assalto sovranista è stato respinto e i mercati europei potrebbero per qualche giorno registrare cospicui rimbalzi.
Va tenuto anche presente che la stagionalità di luglio è generalmente favorevole al toro, dato che una statistica che ho visto sugli ultimi 25 anni mostra che Wall Street è quasi sempre riuscita a portare a casa un mese di luglio positivo.
Certo, la partita politica francese è ancora in gran parte da giocare e in USA il dibattito elettorale tra Trump e Biden ha messo in preoccupante evidenza la confusione senile del Presidente in carica e la propensione alla menzogna spudorata dello sfidante. Una sorta di disgustoso imbarazzo della scelta. Però la storia ci ricorda che Wall Street comincia a preoccuparsi delle questioni elettorali solo quando manca un trimestre all’appuntamento, per cui la finestra di incosciente menefreghismo dei mercati sulle elezioni USA rimarrà aperta ancora per almeno tutto il mese di luglio.
C’è ancora un po’ di spazio per salire, prima che agosto ci porti qualche spiacevole resa dei conti.
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