Il mese di giugno ci sta mostrando una certa confusione sui mercati azionari che, a seconda dell’area economica a cui guardiamo, mostrano un disallineamento direzionale raramente verificatosi. Agli eccessi di rialzo e all’euforia conclamata in America, per la narrazione sull’intelligenza artificiale, si contrappone una forte paura di disgregazione politica sui mercati europei, ancora impegnati nella correzione iniziata ad aprile. Anche in Asia il clima non è dei migliori, con un rassegnato scivolamento ribassista degli indici cinesi, che tra pochi alti e tanti bassi, hanno accumulato ben 5 settimane consecutive di calo, a partire da metà maggio, in preda a depressione per la mancata crescita economica e la patata bollente dei fallimenti immobiliari.
Con le scadenze tecniche di giugno, avvenute venerdì scorso nella giornata delle streghe, i mercati voltano la pagina della tendenza primaverile, dove ha primeggiato Wall Street con la sua serie di record storici, e l’Europa ha giocato il ruolo di Cenerentola, con una correzione persistente, anche se non drammatica nell’ampiezza del ribasso. Comincia la fase estiva, che Wall Street affronta in condizioni ancora di ipercomprato, che le ultime due sedute della scorsa settimana hanno ridotto, ma non hanno ancora fatto rientrare. L’Europa, all’opposto, si trova in condizioni di debolezza non lontane dall’eccesso di ribasso.
Va da sé che un riallineamento sia auspicabile quanto difficile. Il riallineamento potrebbe ottenersi con una correzione significativa degli indici USA ed una maggior tenuta degli indici europei, oppure con un recupero di forza europeo accompagnato da una pausa laterale di Wall Street. Assai più difficile, a mio parere, che si verifichi un recupero europeo contemporaneo ad una correzione americana. Anche perché questa settimana finirà la campagna elettorale francese e dalle urne si verificherà se la destra sovranista avrà la forza di ottenere una maggioranza di governo. In questo caso si avrà una difficile coabitazione tra Macron e il governo sovranista. In caso contrario l’Assemblea Nazionale non potrà avere una maggioranza e si troverà paralizzata in una crisi politica che potrebbe anche portare alle dimissioni di Macron. Entrambe le ipotesi potrebbero produrre esiti molto destabilizzanti per tutta l’Unione Europea.
Pare probabile che in USA le prossime sedute vengano a svolgersi nel segno del ribasso, con una correzione degli eccessi su Nvidia e le Magnifiche 7 del Nasdaq, e, pertanto, anche per l’indice SP500.
Non possiamo ipotizzare sfracelli ribassisti in USA, perché il raggiungimento di eccessi record dimostra l’euforia esistente sulla narrazione dell’intelligenza artificiale e perché, statisticamente, questi record portano quasi sempre a valori più alti dell’indice, magari non nello stesso mese, ma a 3 mesi di distanza.
Ipotizzerei già sufficiente a ripulire il mercato un pullback di SP500 verso la trendline rialzista che unisce il minimo di ottobre e i minimi di aprile e maggio, che dovrebbe arginare il ribasso anche stavolta. Oggi transita in area 5.270 e cresce di circa 7 punti al giorno. Poco sotto passa la media mobile a 50 sedute.
Eurostoxx50 invece ha già sfondato da qualche seduta le sue medie a 50 e a 100 sedute e sta lottando per non retrocedere fino alla media di lungo periodo a 200 sedute, che oggi è ancora lontana e transita da area 4.635.
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