LA BUFERA POLITICA AGITA L'EUROPA

11/06/2024 09:30

Nel commento di ieri mattina abbiamo già esaminato la bufera politica che si stava abbattendo sull’Europa dopo i risultati delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, che dovrà approvare tra qualche settimana, dopo il suo insediamento, anche la nuova Commissione Europea, che verrà proposta dal Consiglio Europeo (composto dai Capi di Stato o di Governo dei paesi dell’Unione).

I risultati definitivi hanno confermato che la “maggioranza Ursula”, appare ancora in piedi e potrebbe addirittura essere rafforzata dal voto favorevole del gruppo parlamentare dei conservatori, presieduti da Giorgia Meloni.

Unico ostacolo, non da poco, sono le parole in libertà che in campagna elettorale si sono sentite dal leader tedesco dei Socialdemocratici (non vogliamo i conservatori in maggioranza) e dal presidente francese Macron (non voterò Von der Leyen). Credo però che la batosta subita da entrambi dovrebbe far cambiare idea ai due acciaccati leader della sinistra tedesca e del centro francese.

Nel medio termine il forte vento di estrema destra che è soffiato in Germania e Francia potrebbe portare un notevole grado di instabilità e di disordine sociale all’interno di questi due stati dominatori dell’Unione Europea. In Francia potremo già verificarlo da qui a fine mese, in base alla campagna elettorale e poi all’esito delle elezioni parlamentari, lanciate arditamente dallo sconfitto Macron nel disperato tentativo di vincere la partita a poker con la storia. A chi si stupisce che un perdente, invece di leccarsi le ferite, si rilanci subito la sfida per cercare una apparentemente improbabile rivincita, va ricordato che, se è vero che il partito di estrema destra guidato da Marine Le Pen ha preso il doppio dei voti di quello di Macron, le elezioni parlamentari francesi si disputano con il sistema maggioritario a doppio turno e non con il proporzionale. In tutti i collegi in cui la destra non riuscirà a fare bottino pieno, superando il 50% al primo turno (cosa certamente non facile per chi ha preso il 31,4% dei voti nelle elezioni appena disputate), nel successivo ballottaggio potrebbe succedere di nuovo quel che capitò almeno un paio di volte in passato, cioè che l’avversario del candidato della destra riesca a superarlo nella maggior parte dei collegi elettorali, grazie all’aiuto dei cosiddetti “voti utili”, che, magari turandosi il naso, si riversano su di lui pur di impedire all’estrema destra di vincere il seggio.

Non stupisce perciò che la reazione dei mercati finanziari europei ieri sia stata inizialmente molto negativa, sia sul mercato dei cambi, dove l’euro si è indebolito fino a scendere sotto le medie mobili di breve, medio e lungo periodo, arrivando quasi a 1,07 nei confronti del dollaro, sia sui mercati obbligazionari dei paesi più indebitati, come quello italiano, dove le vendite di BTP hanno scatenato un rialzo significativo dei rendimenti e dello spread BTP-Bund.

Ma anche l’azionario d’Europa ha aperto in forte gap ribassista ed è andato subito a testare supporti da ultima o penultima spiaggia, a seconda degli indici. Particolarmente negativo, ovviamente, l’indice francese Cac40, che ha ceduto in apertura di seduta oltre -2%, circa il doppio degli altri indici, appesantendo l’Europstoxx50 che contiene parecchi titoli francesi.

Dopo una mattinata di sofferenza e di nervosi saliscendi, finalmente è arrivata l’apertura di Wall Street a calmare l’agitazione politica delle borse europee.

Tutti sanno che gli americani hanno un interesse pari a poco più di zero per le vicende della complicata Unione Europea. Perciò a Wall street non c’è stato alcun timore della destra. Del resto, laggiù metà degli elettori appoggia un candidato alle presidenziali di novembre al cui confronto Marine Le Pen sembra il simbolo della moderazione.

Dopo una partenza in lieve calo gli indici USA hanno preso la via del rialzo, permettendo a quelli europei di chiudere abbastanza lontani dai minimi del mattino, anche se in negativo, mediamente intorno al mezzo punto percentuale.

Gli indici USA, lentamente e senza strafare, hanno poi continuato a recuperare, colmando buona parte del terreno perso con la scivolata della seconda parte della seduta di venerdì. Il saldo di fine giornata segna un rialzo moderato (SP500 +0,26% e Nasdaq100 +0,38%), ma sufficiente a far dimenticare lo spavento del finale di venerdì.

Così oggi si presentano entrambi nei pressi dei massimi storici e, in teoria, potrebbero persino tentarne l’ennesimo assalto.

A trattenerli e a realizzare oggi una seduta probabilmente senza molta storia sarà l’attesa per la giornata di domani, che prevede un’accoppiata di grandi eventi: prima l’inflazione USA di maggio, poi la conclusione della riunione della FED, con comunicato, proiezioni dei membri FED e conferenza stampa di Powell.

L’Europa potrà forse recuperare ancora qualcosa. Poi, domani, altra adrenalina in arrivo.