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PAURA, SOLLIEVO E CAPITOLAZIONE, IN UN SOL GIORNO
22/04/2024 20:00

Venerdì scorso è stata una giornata all’insegna della volatilità e dell’emotività, condizionata da una doppia tempesta sui mercati.

L’attacco israeliano nella notte tra giovedì e venerdì ad una base militare in Iran, vicina agli impianti di arricchimento dell’uranio, ha portato un iniziale scompiglio sui mercati, con aperture paesanti in Asia e in Europa, ed impennata dei prezzi del petrolio, per il timore di escalation nella guerra mediorientale.

Eurostoxx50 ha segnato minimi su valori di inizio marzo e inferiori alla media a 50 sedute. Ma alle fasi iniziali da brivido è seguito un significativo rilassamento quando molti analisti hanno ipotizzato che in realtà la risposta limitata di Israele è stato un segnale all’Iran di non voler appesantire troppo i toni (come richiesto da Biden), pur dimostrando la propria capacità di colpire gli impianti nucleari, all’occorrenza. L’Iran non si è lasciato scappare l’occasione per chiudere match di boxe senza finire al tappeto ed ha subito dichiarato che l’esercito iraniano non risponderà all’attacco, se Israele non continuerà l’aggressione.

Così è partito il recupero degli indici azionari europei e il petrolio è tornato indietro sui valori del giorno precedente, ben più vicini ai minimi che ai massimi di aprile.

Sembrava possibile una chiusura di settimana azionaria con un rimbalzo che ne alleviasse la profondità del calo. Ma a Wall Street la scadenza tecnica delle opzioni di aprile ha portato forti vendite, soprattutto sulla tecnologia e sui magnifici 7 campioni del Nasdaq, che hanno chiuso tutti la seduta in negativo, pesante soprattutto su due di essi: Meta (oltre -4%) e Nvidia (-10% tondo). Si ha l’impressione di una vera e propria capitolazione da parte dei tecno-ottimisti più incalliti.

Così gli indici sono stati trascinati ancora una volta al ribasso ed hanno concluso piuttosto male una settimana che pareva già pesantina prima del temporale di venerdì.

SP500 (venerdì -0,88%) ha fatto il poco invidiabile record di chiudere in negativo tutte e 5 le sedute della settimana e realizzare una candela settimanale da -3,1%. Nasdaq100 (-2,05% venerdì, peggior seduta del 2024) di sedute negative ne ha fatte 4, ma in compenso ha perso nella settimana   -5,2% e ridimensionato il suo risultato da inizio anno ad un misero +1,26% (SP500 invece guadagna ancora +4,14%).

Paiono comunque assai lontani i tempi in cui tutti applaudivano la forza dei magnifici 7 ed il rally inarrestabile di Wall Street. In realtà sono passate solo 3 settimane.

La settimana dell’azionario europeo è stata negativa, ma assai meno corrosiva di quella di Wall Street. Eurostoxx50 ha chiuso con un saldo settimanale di -0,76%, il Dax tedesco poco oltre -1%, mentre gli indici più forti, perché più dotati di titoli bancari, cioè il Ftsemib italiano e l’Ibex spagnolo, sono riusciti addirittura a mettere a segno una settimana leggermente positiva.

All’inizio della quarta settimana di aprile possiamo dire che la correzione, di cui si descriveva la scarsa incisività fino a qualche seduta fa, ora sembra aver limato i valori in modo più consistente e cancellato gli eccessi di breve, anche se per cancellare quelli di medio periodo di ribasso dovremmo vederne ancora un po’.

Gli indicatori di eccesso sui grafici giornalieri segnalano la prossimità all’ipervenduto per SP500 e Nasdaq100. In un contesto di mercato rialzista di lungo periodo questa è normalmente una occasione di ingresso. Ovviamente è assai consigliabile attendere di vedere un modello di inversione di breve.

Se Wall Street dovesse rimbalzare, tanto più dovrebbe farlo l’azionario europeo, che non è neppure vicino all’ipervenduto.

Ci sarebbe invece da preoccuparsi se gli indici andassero in ipervenduto senza suscitare la minima reazione da parte dei compratori.

Non dovremo attendere troppo per verificarlo.

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