Oggi è uno di quei giorni in cui i fatti della notte oscurano completamente la visibilità ai mercati ed impediscono di trarre spunti operativi da quel che è successo la seduta precedente.
Perciò liquido con poche righe la seduta di ieri, che ha visto un tentativo di rimbalzo da parte dei mercati azionari europei, non così robusto da imporre l’inversione rialzista alla correzione in atto, mentre gli indici USA hanno effettuato la loro ennesima seduta ribassista, anche se a velocità inferiore a quella vista nelle sedute precedenti. La correzione ha fatto ancora un po’ di strada verso i minimi di febbraio (area 4.850 per SP500 e 17.320 per Nasdaq100), che potrebbero costituire un valido supporto in grado di fermare la negatività.
L’obbligazionario ha tentato si stabilizzarsi dopo l’impennata dei rendimenti della prima metà di aprile, l’oro si è preso un giorno di sonno poco sotto il massimo storico e il petrolio ha scontato la de-escalation mediorientale, andando a confermare la scivolata della seduta precedente.
Ma la notte ha portato novità di grande rilievo. Israele ha attaccato direttamente l’Iran, in risposta alla pioggia di missili e droni provenienti dall’Iran neutralizzata domenica scorsa. E’ una mossa molto importante sotto l’aspetto geopolitico, non avallata dagli USA, perché cestina le speranze che Netanyahu ascoltasse il suggerimento di Biden di considerare una vittoria l’abbattimento di quasi tutti i droni iraniani e rinunciasse alla risposta.
L’entità dei danni inferti all’Iran è ancora in via di accertamento. La prima impressione è che si sia trattato di un attacco di dimensioni ridotte, attuato con soli droni e diretto a danneggiare gli impianti iraniani di arricchimento dell’uranio. Molto curiosa è stata la reazione iraniana. Mentre scrivo dal regime iraniano sono arrivate solo dichiarazioni rassicuranti che i droni sono stati abbattuti e nessun danno è stato subito. Curiosamente si esclude che l’attacco sia partito da un paese estero, avanzando l’ipotesi che i droni siano stati lanciati dall’interno dell’Iran da ignoti infiltrati. Ovviamente quella “feroce ed immediata risposta” ad eventuali attacchi israeliani per ora non c’è stata, né viene prevista.
Perciò l’escalation, per il momento, pare rinviata, all’insegna del celebre motto “occhio non vede, cuore non duole”.
I mercati oggi sconteranno assai probabilmente qualche ulteriore calo, almeno nelle fasi iniziali della seduta, per la sorpresa di un attacco che ieri sembrava non dovesse avvenire prima della fine della Pasqua ebraica, che termina il 30 aprile.
Ma non escludo affatto, salvo ulteriori fatti nuovi, che possa emergere nel corso della seduta un po’ di sollievo, se non addirittura una chiusura di seduta positiva, qualora dovesse prendere corpo l’ipotesi che l’azione israeliana sia solo l’abbaiare di un cane che non vuole mordere.
La cosa più facile da prevedere è quella di oggi sia una seduta nervosa e combattuta, con volatilità in aumento ed alti e bassi legati a dichiarazioni o novità in arrivo dal Medioriente.
Solo a bocce ferme, speriamo già lunedì prossimo, potremo vedere qualche spunto direzionale maggiormente affidabile.
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