L’ansia la fa da padrona da qualche settimana. Ma se nella seconda metà di ottobre gli indici sono apparsi dominati dall’ansia provocata dai timori geopolitici e dalle loro conseguenze su crescita e prezzi dell’energia, la formidabile discesa del tasso annuo di inflazione europeo, arrivata a fine ottobre, ha girato l’interruttore dell’ansia, trasformandola in ansia da prestazione. Abituati al rally di fine anno, che solitamente parte ad inizio di novembre, le previsioni di crollo dei mercati che si leggevano a fine ottobre sono state buttate nel cestino e sostituite dalla frenesia rialzista su obbligazionario ed azionario, cavalcando l’ipotesi che le banche centrali capiranno che la battaglia contro l’inflazione è ormai vinta e cambieranno avversario, decidendosi presto a combattere la recessione, a suon di tagli dei tassi.
Perciò la settimana che ha trasportato il calendario da ottobre a novembre è bastata a recuperare quel che si era perso (ed era parecchio) nelle due precedenti.
I saldi settimanali, venerdì sera, hanno mostrato impennate di rara ampiezza: rialzi mediamente del 4% per l’azionario europeo, compresi tra il +3% dell’indice olandese e il +5% del Ftsemib italiano. Ma ben maggiori in USA, dove sembra essere tornata, dopo qualche mese di vacanza, la ben nota FOMO (Fear Of Missing Out), la paura di essere tagliati fuori e perdersi il rally di fine anno.
Un concerto di acuti per SP500 (quasi +6%), Nasdaq100 (+6,5%) e Russell2000 (+7,6%). Per tutti questi indici è stata la miglior settimana del 2023.
Il rimbalzo è stato così veemente che da mercoledì in poi SP500 ha realizzato ben tre gap rialzisti di fuga consecutivi. Sui grafici orari di SP500 si è rivisto un ipercomprato toccato solo durante le impennate di giugno e di luglio.
Ora SP500 è tornato rapidamente quasi a contatto con il massimo di ottobre (4.393) ed è atteso in area 4.420 dalla trendline ribassista che ha contenuto tutti i rimbalzi della correzione partita a fine luglio. Nasdaq100, che ha attuato un rimbalzo ancor più bruciante, è già arrivato venerdì a lambire, senza sfondarla, l’analoga sua trendline.
Se sommiamo l’importanza delle resistenze che attendono gli indici e l’eccesso di rialzo accumulato, dobbiamo considerare molto probabile una pausa correttiva all’inizio di questa settimana, anche perché non dobbiamo dimenticare che le inversioni a V sono eventi rarissimi. Un pullback si vede quasi sempre. La sua presenza, a patto che reggano i minimi da cui è partito il rimbalzo, è salutare e serve ad assorbire le vendite di chi fa mordi e fuggi sull’ipervenduto. Se venisse seguito da una ripartenza in grado di violare i massimi del primo rimbalzo, sarebbe il miglior segnale di inversione possibile.
Credo perciò che chi ha paura di essere tagliato fuori stia sbagliando. Il mercato darà una seconda possibilità. Del resto, si dice che i gap prima o poi vengono chiusi e SP500 ha ancora aperti i 3 gap creati da mercoledì a venerdì scorso.
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