SENZA WALL STREET E' NOIA

05/09/2023 09:15

L’inizio della prima settimana di settembre ha dovuto camminare sulle esili gambe delle borse europee, dato che a Wall Street le serrande sono rimaste chiuse per una di quelle feste che il calendario USA dissemina ogni tanto, quasi tutte di lunedì.

Come capita quasi sempre in questi casi, l’assenza del faro americano ha indotto gli altri mercati a tirare i remi in barca e passare una noiosa seduta con pochi scambi e zero emozioni.

A scuotere, per quanto possibile, gli operatori di borsa quando è calata la palpebra all’ora della mancata apertura di Wall Street, ci ha provato Madama Cristina Lagarde, con un intervento in linguaggio ermetico che, per quel che si è capito, è sembrato rafforzare le probabilità di futuri rialzi dei tassi.

Non ce n’era bisogno, dato che i prezzi del carrello della spesa e delle bollette in Europa mostrano un ritmo di crescita ancora troppo elevato e lontano dagli obiettivi della BCE. Ma detto da chi comanda (anche se non sono proprio sicuro che a Francoforte tutti si mettano in riga quando passa Lagarde), avrebbe potuto fare un po’ di impressione, in una giornata in cui altro da digerire non c’era proprio.

Così, dopo un’apertura in gap rialzista, che ha preso atto del recupero finale di Wall Street venerdì scorso e del rimbalzo cinese, la seconda parte della mattinata e il dopo pranzo hanno sgonfiato lentamente i valori europei per penuria di scambi e sonno incipiente. Le parole di Lagarde hanno risvegliato i dormienti spingendoli a qualche ulteriore vendita che è bastata a portare in lieve negatività i valori finali degli indici europei ed a far rimpiangere ai presenti di non aver allungato il week-end fino alla riapertura odierna di Wall Street.

Non mi resta che ribadire la ben diversa cera che presentano gli indici europei e quelli americani. I primi paiono incerti e incapaci per ora di trasformare il rimbalzo tecnico in una vera e propria inversione di tendenza rialzista che celebri il funerale della correzione di agosto.

Gli indici USA, invece, la scorsa settimana sono sembrati vogliosi di scommettere nel mondo rovesciato, accogliendo i segnali di rallentamento economico che arrivano in USA come notizie in grado di fermare il rialzo dei tassi FED. Così hanno attuato la svolta direzionale di breve periodo in senso rialzista ed ora paiono puntare all’obiettivo rappresentato dai massimi di luglio.

Salvo prove contrarie.