Venerdì da quel livello si è visto un nuovo rimbalzino, per ora insufficiente a modificarne l’intonazione correttiva. Il fatto che in settimana gli indici occidentali che hanno corretto di più siano stati i due che da inizio estate si erano meglio comportati (Nasdaq100 e l’indice italiano Ftsemib, entrambi con perdite settimanali superiori a -1%) conferma l’impressione che quel che si è visto finora sia stato generato soprattutto da prese di beneficio, attuate prima di andare in vacanza.
Nel caso del Ftsemib italiano, va detto che ci ha messo lo zampino anche il governo Meloni, che è riuscito a creare una tempesta perfetta nel bicchiere d’acqua del sistema bancario italiano. L’annuncio della tassa straordinaria sugli extraprofitti bancari, introdotta a sorpresa nel decreto “omnibus” nella serata di lunedì 7 agosto, ha provocato un martedì nero per il settore bancario italiano, con una perdita di -7,5%, e per l’indice Ftsemib (-2,12%). Dopo lo spavento provocato dal primo annuncio la tassa è stata modificata ed attenuata già due volte prima di essere pubblicata. Scommetto che verrà quasi del tutto smantellata dopo il lavoro ai fianchi della lobby bancaria in sede di conversione parlamentare.
Il settore ha recuperato poco più di metà del calo nei giorni successivi, ma il pasticcio comunicativo e la confusione del governo hanno consentito alle agenzie di rating di sottolineare nuovamente la scarsa credibilità del nostro paese per gli investitori stranieri, generando un danno d’immagine che rischia di dilapidare il bonus del filoatlantismo di cui ha beneficiato finora il governo Meloni.
Intendiamoci. Personalmente sono convinto, e l’ho scritto ben prima che se ne accorgesse il governo, che le banche abbiano approfittato senza pudore del rialzo dei tassi attuato dalla BCE, scaricandolo rapidamente e completamente sulle condizioni praticate per i mutui che erogano alla clientela, ma “dimenticandosi” di aggiornare anche i tassi che pagano sulla liquidità depositata dai clienti. In questo modo le trimestrali hanno brillato con utili mostruosi, che puzzano di rapina ai clienti. Sono perciò favorevole al principio della tassazione straordinaria degli extra-profitti. Ma, come è già successo purtroppo lo scorso anno sulla tassazione degli extra-profitti sulle imprese energetiche, se il provvedimento legislativo non è fatto bene e lascia spazio a interpretazioni, basta che qualcuno faccia ricorso per indurre gli altri a non pagare, in attesa che si pronuncino i tribunali.
Questa volta, per di più, il governo ha fatto il duro con annunci confusi, prendendosi la bacchettata dalle agenzie di rating, per poi fare subito marcia indietro. Così abbiamo il danno della perdita di immagine internazionale e la beffa che il gettito della tassa, che doveva essere di 7-8 miliardi di euro, se andrà bene fornirà un miliardino di briciole.
La settimana ha anche visto presentarsi, venerdì, una nuova minaccia proveniente dalla Cina. A causa della scarsa crescita e nonostante gli stimoli governativi, il settore immobiliare sta dando nuovi segnali di implosione, con una grossa società, Country Garden, che ha subito un declassamento da Moody’s a livelli di titolo spazzatura, per i grossi rischi di fallimento. Lo spettro di un effetto domino su tutto il settore è costato cali di oltre -2% all’indice di Shanghai, tornato a dirigersi verso i minimi di luglio. La settimana entrante si presenta ad una sorta di bivio. SP500 ha raggiunto il primo obiettivo ribassista della correzione ed è a pochi punti dalla media mobile a 50 sedute, che oggi passa in area 4.440. Potrebbe essere una nuova occasione per cercare un nuovo rimbalzo che concluda con rapidità e pochi danni la correzione di agosto.
Ma le preoccupazioni cinesi potrebbero togliere altra voglia di investire anche agli operatori occidentali e richiedere il raggiungimento del successivo obiettivo grafico di SP500 in area 4.385, minimo di luglio. In tal caso il minimo di luglio attirerebbe anche gli indici europei e la correzione si farebbe un po’ più rabbiosa.
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