Dopo le incertezze di lunedì, ieri è arrivato uno storno un po’ più significativo sui principali indici azionari. Il calo è stato più evidente in USA, dove SP500 e Nadaq100 hanno lasciato sul terreno poco più di un punto percentuale. In Europa Eurostoxx50 ha ceduto poco meno, appesantito dalla seduta difficile dell’indice francese (-1,33%) zavorrato dalle pesanti vendite sul settore del lusso, mentre gli altri indici hanno perso meno di mezzo punto.
Le principali motivazioni a questo cedimento di nervi sono vecchie e nuove: tra le prime cito la trattativa sul tetto del debito USA che è ancora lontana dal lieto fine, mentre i giorni passano e il default si avvicina. Nessuno crede che possa veramente succedere, ma il gioco del pollo a volte finisce in tragedia, e i mercati si innervosiscono.
Oltre a questo, continuano diminuire le probabilità che si verifichi lo scenario scontato fino alla scorsa settimana dai mercati, cioè che la FED fermi i rialzi dei tassi a giugno e poi, entro fine anno, attui addirittura 3 tagli. I Treasury con scadenza tra un anno segnano un rendimento all’incirca pari al tasso ufficiale odierno e dimostrano platealmente che una pausa entro un anno arriverà, ma la discesa del tasso ufficiale al 4.50% manco per idea.
La novità di ieri è stata la costatazione che l’economia di Eurozona comincia a fermarsi. Gli indici PMI preliminari di maggio hanno dimostrato che, se i servizi continuano a restare in territorio espansivo, il manifatturiero non riesce a risollevarsi dal territorio recessivo che mantiene dall’agosto dello scorso anno. Anzi, il dato comunicato ieri segna il valore più basso dei precedenti (44,6), che non si vedeva dai tempi dei lockdown in piena pandemia.
Come biasimare allora chi prende profitto dei sogni coltivati dall’inizio dell’anno, prima che possano diventare incubi?
Ovviamente questo calo che si è visto in questa prima parte di settimana va ancora classificato come pullback, non in grado, per ora, di segnalare una inversione ribassista. Per arrivare a tanto dovrebbero essere ceduti i supporti che hanno sostenuto gli indici nella prima parte del mese di maggio e consentito l’impulso della scorsa settimana, che in USA SP500 ha già restituito per metà.
Sono i livelli 4.100 per SP500 e 4.300 per Eurostoxx50.
La seduta odierna diventa perciò piuttosto importante, per verificare se le prese di beneficio si evolveranno in una vera e propria fuga dal rischio, oppure se verranno considerate occasione di ingresso a prezzi migliori da chi non ha partecipato all’euforia della scorsa settimana.
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