Ogni attesa ha una sua fine. Anche quelle più lunghe. Quella dei mercati azionari stava durando sostanzialmente dalle prime sedute di maggio e si protraeva all’interno di una congestione di insolita durata, in attesa che qualche novità sui temi caldi ed incerti (tetto del debito USA, intenzioni future della FED e tipo di atterraggio che si prospetta per l’economia USA ed europea) illuminasse la strada da percorrere nel prossimo futuro dai mercati.
Ieri qualche barlume di luce è giunto sul primo dei tre temi indicati.
Dopo aver ricevuto l’allarme della Segretaria al Tesoro Yellen, che ha confermato che il tetto di 31.400 mld $, oltre il quale la legge impedisce al governo federale di indebitarsi, potrebbe essere raggiunto già il primo giorno di giugno, il leader della maggioranza democratica del Senato ha sentito sull’argomento la “cupola” del sistema bancario USA, cioè il gruppo degli alti dirigenti dei principali istituti bancari USA, capitanato da James Dimon, il salvatore interessato di SVB.
Da loro è arrivata la perentoria richiesta di non scherzare col fuoco ed affrettarsi a trovare un accordo per alzare per la 79° volta il tetto del debito federale.
Biden, impegnato fino a domenica al Vertice G7 di Hiroshima, in Giappone, ha costituito una commissione ristretta di tecnici delle due parti politiche per accelerare le trattative in questi giorni ed ha annullato l’appendice diplomatica che dopo il Vertice G7 avrebbe dovuto portarlo in visita a Papua Nuova Guinea ed in Australia, per poter rientrare prima in patria e dare il suo imprimatur all’accordo in tempo utile.
Accordo che, a scanso di equivoci, non è ancora vicino. Però la volontà di avvicinarsi pare esserci, dato che ieri i mercati hanno sentito Biden dichiarare che non ci sarà nessun default ed il Presidente della Camera McCarthy, che è la controparte repubblicana di Biden, affermare che un accordo questa settimana è “fattibile”. Così è potuto scattare il segnale di partenza per il rialzo speculativo sui mercati azionari.
SP500 ha attuato finalmente una seduta direzionale e di ampio rialzo (+1,19%), riuscendo a superare il massimo del trading range che lo includeva da sette sedute e a decretare la ripresa del movimento partito il 4 maggio dal minimo di 4.048 e che ora è ben impostato per attaccare nuovamente il massimo del 2 febbraio scorso a quota 4.195.
Molto bene anche il Nasdaq100 (+1,22%), che ha irrobustito il movimento di rialzo che nel suo caso non si era interrotto nei giorni scorsi, ma solo affievolito. L’arrivo a quota 13.589 riduce a soli 132 punti (meno del 1%) la distanza che lo separa dal massimo del 16 agosto dello scorso anno, ormai decisamente nel mirino fin dalla seduta odierna.
A iniettare fiducia agli investitori USA si è aggiunta anche la comunicazione della banca regionale Western Alliance, una di quelle sulla graticola, che i depositi da inizio aprile sono aumentati di 2 mld$, rassicurando sulla sua salute. Così hanno abbondato rialzi a doppia cifra sulle banche regionali, tanto che l’ETF quotato in USA, che le rappresenta (simbolo KRE), è salito ieri di oltre il 7%. Ma le banche regionali hanno dato spinta anche all’indice delle small cap Russell2000, che ne contiene diverse. Questo indice, un po’ Cenerentola negli ultimi mesi, ha avuto la sua giornata di gloria con un rialzo d’altri tempi (+2,29%) ed ha fornito un segnale di inversione rialzista dopo una lunga permanenza fin troppo vicino ai minimi del 24 marzo.
Unico neo della giornata è stato l’indolenza europea, che ha snobbato i segni di vitalità provenienti da oltreoceano ed ha vissuto un’altra seduta fiacca, con poco movimento e chiusura sostanzialmente vicina alla parità per quasi tutti gli indici. Eurostoxx50 continua a vivacchiare all’interno del percorso tracciato dalle due medie mobili, quella a 20 periodi e quella a 50, che viaggiano in laterale e convergono leggermente.
L’unico barlume di vitalità europea l’ha dato l’indice tedesco Dax (+0,33%), che si è riportato a poca distanza dai suoi massimi di quest’anno ed oggi si candida a sfondarli, per fornire per primo, in Europa, il segnale di ripresa del rialzo.
Magari riuscirà a trascinare anche gli altri sonnolenti mercati azionari europei.
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