Il cambio di mese ha portato però una ventata di realismo con ben 4 sedute negative consecutive per gli indici americani SP500 e Nasdaq100, mentre gli indici europei, sintetizzati da Eurostoxx50, di sedute negative ne hanno fatte solo due, anche perché il primo maggio in Europa le Borse sono rimaste chiuse. Il calo è stato comunque significativo anche in Europa.
I motivi della negatività che anche ieri ha dominato la giornata vanno cercati, per i mercati europei, soprattutto nel comportamento della BCE, dove i falchi, tedeschi e frugali, del Consiglio Direttivo, nella riunione di ieri non sono riusciti a convincere la maggioranza ad alzare i tassi oltre i 25 punti base attesi dai mercati, ma hanno comunque ottenuto il proseguimento dell’impostazione aggressiva della politica monetaria BCE anche nei prossimi mesi, che vedranno la continuazione dei rialzi. Lagarde in conferenza stampa è stata lapidaria: “Non faremo alcuna pausa, è molto chiaro”. Si riferiva al comunicato ufficiale, dove è scritto a chiare lettere: “Le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di politica monetaria saranno portati a livelli sufficientemente restrittivi per ottenere un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2% e saranno mantenuti a quei livelli quanto sarà necessario”. Inoltre, i falchi hanno ottenuto anche l’anticipo a luglio dell’interruzione dei reinvestimenti dei titoli acquistati col programma ordinario di Quantitative Easing quando vanno a scadenza. Questa misura fornirà un drenaggio aggiuntivo di liquidità per 25 mld di euro ogni mese.
Così la BCE, se non ha osato alzare i tassi più di quanto fatto dalla FED il giorno prima, ha ribadito la necessità di recuperare il ritardo accumulato per le eccessive esitazioni passate e ridurre l’ampio differenziale esistente tra i tassi europei e quelli americani.
La cosa non è certo piaciuta ai mercati europei, anche perché si aggiungeva alle notizie in arrivo dalle banche regionali USA, dove ieri sono crollate a Wall Street, con perdite da capogiro, altre banche minori: soprattutto la già citata ieri PacWest Bancorp (-50%) e Western Alliance (-38%), ma anche Zions e Comerica (entrambe -12%).
Farebbe ridere, se non facesse piangere, constatare che il panico diffusosi sulle banche regionali arriva il giorno dopo le rassicuranti parole di Powell sulla solidità e resilienza del settore bancario americano. L’ETF quotato in USA SPDR S&P Regional Banking ha sintetizzato ieri con una perdita da -5,45% ed un enorme picco di volumi di scambio quanto siano apparse rassicuranti le parole di Powell. E si badi bene che il calo di ieri porta la perdita accumulata da questo ETF nelle 4 sedute di questa settimana a -15,2% e quella accumulata a partire dal primo marzo a superare il -41%.
Con questi chiari di luna gli investitori europei possono già essere contenti che Eurostoxx50 sia riuscito a contenere le perdite di giornata ad un tollerabile -0,54% e soprattutto a rimbalzare dalla media mobile a 50 sedute, testata nel primo pomeriggio. Questo rimbalzo prepara una possibile estensione del recupero nella seduta odierna, in modo da contenere almeno in parte il saldo negativo della settimana, corta ma dolorosa.
In USA anche ieri SP500 è stato abbattuto dalla fuga dal rischio. È sceso fino a ritestare il minimo del 26 aprile e lo ha tenuto, rimbalzando leggermente. Anche ieri, però, con una performance negtiva di -0,72% ha fatto peggio di Eurostoxx50, ma anche del fratello minore Nasdaq100, che ha perso “solo” -0,37%. La tecnologia questa settimana ha limitato i danni grazie a trimestrali quasi sempre migliori delle attese. Non fa eccezione quella di Apple, che dopo la campana ha battuto le previsioni degli analisti, ed oggi, con una seduta che il pre-market annuncia positiva, potrebbe portare un po’ di sollievo su tutti i listini, dato anche il suo notevole peso nel Nasdaq100 e in SP500.
Così la settimana potrebbe chiudersi, se non col sorriso, almeno con un po’ di sollievo e l’indice SP500 potrebbe forse fornire un segnale di inversione rialzista (doppio minimo) se riuscisse a non rompere il minimo di ieri.
Sarebbe già grasso che cola.
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