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IL CICLONE BANCARIO PASSA PER L'EUROPA
16/03/2023 09:15

Dopo l’illusorio recupero di martedì da parte dei listini, grazie alle rassicurazioni governative americane che la crisi bancaria è sotto controllo, la giornata di ieri ci ha fatto vedere un altro “quasi fallimento” da parte di una banca sistemica europea, Credit Suisse, seconda banca svizzera per importanza e con ramificati collegamenti in tutto il settore bancario europeo. Perciò in grado di sviluppare un contagio non di poco conto.

E’ bastata una domanda sibillina, che pareva fatta apposta per scatenare la dietrologia, fatta al  presidente della Saudi National Bank, il principale azionista di Credit Suisse, per scatenare il finimondo sul titolo. La domanda è se la SNB è disposta ad aumentare la sua quota per aiutare la banca che controlla. La risposta è stata: “No, per vari motivi, di cui il più semplice è che abbiamo già raggiunto la massima partecipazione che ci è consentita”. Il mercato ha male interpretato questa risposta, attribuendole scarsa fiducia nella banca. Così il titolo è sceso fino a perdere il 24% sulla borsa svizzera. Parallelo collasso dei bond emessi da quella banca ed impennata del costo dei Credit Default Swap, acquistati a piene mani da chi si vuole proteggere dal default.

Col nervosismo che attanaglia il settore bancario dopo i fallimenti delle banche USA, è subito partito il timore di contagio in tutta Europa e sono colati a picco tutti i titoli bancari europei, trascinando in pesante ribasso anche gli indici globali: Eurostoxx50, che li sintetizza, ha chiuso a -3,45%, ma i listini più gravati di banche hanno fatto anche peggio: il Ftsemib italiano con -4,6% e l’Ibex spagnolo con -4,3%.

Anche Wall Street inizialmente ha accusato il colpo, con SP500 che ha aperto in forte gap ribassista ed è ancora sceso fino a soli 30 punti dal minimo di lunedì scorso. Solo l’intervento in serata, ma a mercati europei già chiusi, della Banca Centrale svizzera, che ha fatto notare che gli indicatori di rischio di Credit Suisse sono nella norma ed ha promesso di fornire alla banca tutta la liquidità che le servirà, ha dimezzato il calo alla borsa di New York e stemperato i timori.

Così la perdita di SP500 è stata meno eclatante (-0,7%), mentre il Nasdaq100, che sembra voler prendere il posto degli indici europei nel rappresentare l’ottimismo della volontà, ha addirittura chiuso in positivo (+0,42%) e ha dato un segnale rialzista (Bullish Engulfing) che potrebbe portarlo oggi a completare l’agognata inversione di tendenza con la rottura al rialzo della trendline discendente che dal 2 febbraio ha fermato tutti i suoi precedenti tentativi.

Oggi, salvo altre tegole bancarie impreviste, è il giorno della BCE. Non nascondo qualche timore per l’attuazione di un rialzo da 50 punti base già annunciato con un mese d’anticipo da Lagarde, senza pensare a che cosa può succedere sui mercati in un mese. Sulla base dell’ampia cronistoria del passato, in cui hanno abbondato gli interventi fuori tempo e le gaffes comunicative della BCE, vediamo che cosa potrebbe succedere, dato che la banca centrale europea si trova ora con le spalle al muro esattamente come la FED.

Se Lagarde e soci faranno proprio quel rialzo da 50 punti base dovranno accompagnarlo con dichiarazioni rassicuranti e non di maniera, che facciano pensare che non se ne faranno altri prima che il sistema bancario si sia raddrizzato. Altrimenti i mercati penseranno che i dottori di Francoforte pensano di calmare il paziente agitato per il mal di testa, prescrivendogli le martellate in testa.

Se decideranno di non fare il rialzo dei tassi, sarà peggio, perché il mercato comincerà a chiedersi che cosa mai sappiano a Francoforte di tanto grave da smentire un rialzo annunciato.

Mai come questa volta conteranno più le parole che i fatti, perché quello che debbono ristabilire è la fiducia dei depositanti delle banche europee. Dato che questa delicata comunicazione è affidata a Lagarde, che di gaffe ha già riempito libri, sono un po’ preoccupato.

La riflessione finale riguarda quanto in fretta possano cambiare le sorti dei mercati e quanto in fretta i titoli bancari, che sembravano aver solo da guadagnare dal rialzo dei tassi ufficiali, siano passati dal ruolo di vincitori a quello di appestati. Così va il mondo ed ancor più quell’acceleratore di emozioni che sono i mercati finanziari.

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