Se il mese di febbraio è finito moscio per l’azionario europeo e negativo per quello USA, non c’è dubbio che marzo è partito a gonfie vele per entrambi.
Così la settimana, dopo i cali di Wall Street dei primi 3 giorni, ha festeggiato la tenuta della media mobile a 200 sedute da parte dell’indice principale SP500 con un prepotente rimbalzo, che nelle due ultime sedute di giovedì e venerdì ha fatto rivedere quell’ottimismo che ha dominato il mese di gennaio.
Ne dà una chiara dimostrazione l’esame del tabellone delle performance settimanali dei principali indici azionari mondiali, che sono state univocamente positive, con l’azionario europeo sopra i due punti percentuali di crescita e quello asiatico intorno al punto percentuale. Wall Street ha ottenuto un risultato grosso modo a metà strada.
Il punto di svolta si è avuto proprio giovedì, quando il secondo test della media a 200 sedute da parte di SP500 ha convinto un po’ tutti che per ora l’indice principale incorpora un’inerzia positiva che gli impedisce di scendere sotto i 3.940 punti. Perciò, come accade quasi sempre, quando un mercato non riesce a scendere più di tanto, allora significa che la volatilità, che è il pane delle mani forti, deve esprimersi al rialzo.
Perciò le ultime due sedute hanno fatto dimenticare l’aggressività delle banche centrali, l’inflazione che pare un osso duro da ridimensionare, i segnali di recessione che si ammucchiano sempre più, per lanciare gli indici al recupero nel segno della fiducia che il mercato orso ha le settimane contate.
Anche l’obbligazionario, che giovedì aveva ancora spinto al rialzo i rendimenti verso nuovi massimi, venerdì si è accodato all’euforia dell’azionario ed è rimbalzato, mostrando una correzione sui rendimenti.
Per chi non si accontenta di spiegare quel che è successo con semplici considerazioni di tipo comportamentale o grafico, possiamo aggiungere che nelle ultime due sedute si è risentita qualche voce da colomba (Bostic giovedì), che ha invitato a non superare i 25 punti percentuali di rialzo dei tassi FED nella prossima riunione.
Venerdì dall’ISM servizi USA di febbraio si sono rivisti dati molto robusti, che forse hanno ridato motivazione alle convinzioni di “no landing”, nonostante l’aggressività FED.
Ma non escludo che questo rimbalzo possa essere magari anche solo l’effetto delle mani forti che creano volatilità di breve per invogliare i piccoli operatori che scommettono sulle opzioni giornaliere a prendere posizioni rialziste su basi più late, che poi magari verranno massacrate nei prossimi giorni.
Comunque, graficamente l’obiettivo di SP500, dopo aver tenuto la media a 200 sedute e bucato al rialzo quella a 50, ora pare essere l’attacco a quella 20 sedute, che oggi passa in area 4.050, molto vicina ai valori raggiunti venerdì sera (4.045). Una ennesima dimostrazione di forza porterebbe quindi l’indice a testare la trendline discendete che unisce i massimi del 2 e del 14 febbraio, che oggi passa dalle parti di 4.100 punti.
Credo che a quei livelli i venditori dovrebbero tornare.
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