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SOLO IN EUROPA E' VERO RIMBALZO
28/02/2023 09:15

Sebbene gennaio abbia portato molto fieno in cascina sui mercati azionari, febbraio sembrava avviarsi a conclusione con un saldo mensile chiaramente negativo in USA e incerto in Europa, forse proprio per compensare in parte gli eccessi di ottimismo di gennaio. Ma all’industria del risparmio gestito i mesi negativi non piacciono, perché non danno commissioni di performance e minano la fiducia dei clienti investitori, instillando il dubbio che non sia poi così vero che i mercati sono destinati a salire sempre. Un dubbio che, peraltro, il 2022, con la diffusa negatività di obbligazionario ed azionario globali, ha infuso a piene mani nella mente dei risparmiatori.

Allora negli ultimi giorni del mese credo che gli istituzionali stiano facendo di tutto per cercare di evitare il colpo o almeno attutirlo dove non è possibile ottenere il segno mensile positivo.

Abbiamo constatato che le settimane piene di febbraio sono passate a prendere atto che quanto affermato dalla FED nel comunicato diramato dopo l’ultima riunione del FOMC del 2 febbraio e dalle parole del Presidente Powell, non erano semplici chiacchiere, ma reali intenzioni, ribadite a più riprese dai molteplici interventi dei vari banchieri del FOMC. Anche i più testardi hanno dovuto credere che la FED sarebbe rimasta aggressiva per tutto il 2023, rinviando al prossimo anno la valutazione sull’opportunità di tagliare tassi ufficiali che quest’anno si sarebbero portati ben al di sopra del 5%. A convincerli sono arrivati anche dati che fotografano una economia reale ancora molto forte ed un’inflazione che a gennaio, anziché tornare a dormire come ai bei tempi, ha rialzato la testa.

Ma ieri, penultimo giorno del mese, le mani forti istituzionali, dopo la brutta settimana appena terminata, hanno tentato l’impresa del maquillage in extremis agli indici.

Così fin dal mattino europeo l’indice Eurostoxx50 è partito con un forte gap rialzista, seguito da una estensione violenta del rimbalzo. In poco più di due ore è stato recuperato tutto il calo di venerdì, di quasi due punti percentuali. Tutto ciò senza alcun motivo economico.

In realtà, se non c’erano motivazioni economiche, ce n’era qualcuna tecnica. Innanzitutto, la partenza in gap rialzista ha preso atto del recupero che venerdì gli indici americani hanno attuato nella parte finale della loro seduta, a mercati europei già chiusi. E’ il classico “catch up”, che vede quasi sempre l’Europa rincorrere quel che in USA è capitato nella seconda parte della seduta precedente.

Inoltre non dobbiamo dimenticare che venerdì Eurostoxx50 ha chiuso la seduta appoggiandosi alla trendline che parte dal minimo del 13 ottobre 2022 e passa dal minimo della prima seduta del 2023, guidando il forte rimbalzo durato finora oltre 4 mesi.

Il gap rialzista ha innescato il rimbalzo, che a sua volta ha suscitato l’appetito dei cacciatori di debolezza, che si sono subito precipitati a comprare il rimbalzo insieme agli istituzionali.

Così anche Wall Street è stata invogliata da tanta euforia europea a tentare di estendere il rimbalzo di venerdì, confidando anche su un apparentemente brutto dato sugli ordini di beni durevoli di gennaio, uscito alle 14,30. Chi non capisce perché un brutto dato spinga i listini al rialzo pensi sempre alla FED, che vuole debolezza economica evidente per fermare il rialzo dei tassi.

Il rimbalzo di SP500, dopo un gap rialzista iniziale, si è esaurito alle 16, quando è arrivato il dato sul numero dei contratti preliminari di acquisto di abitazioni di gennaio, risultato in deciso rialzo (+8,1%), ben più del mese precedente e delle attese degli analisti. Ma come… persino il settore più debole di tutti, cioè quello immobiliare, tira su la testa? Già. Allora c’è poco da sperare che la FED si intenerisca.

Così Wall Street ha ripreso a scendere, annullando quasi del tutto il rialzo iniziale e rinviando ad oggi la soluzione del rebus relativo a che cosa frulli ora nella testa degli investitori USA.

Tecnicamente il grafico giornaliero di SP500 lascia poco entusiasti, perché pare una serie continua di cambiamenti di idea.

Eurostoxx50 invece non ha fatto in tempo a cambiare idea, poiché ha chiuso la seduta all’inizio della discesa di Wall Street. Ha così mantenuto buona parte del rialzo iniziale (Eurostoxx50 +1,66%). L’Europa ci consegna dunque una ripresa di convinzione che oggi Wall Street potrebbe abbattere, ma, che, se non verranno scivolate americane, potrebbe rapidamente ripristinare il trend positivo di un’Europa azionaria che sembra non volerne proprio sapere di scendere.

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