Ieri ne abbiamo già avuto una prima evidenza iniziale, con SP500 che ha passato tutta la seduta ad oscillare all’interno della barra giornaliera precedete, con un movimento intraday minuscolo rispetto ai due precedenti. Secondo una visione ottimistica può essere un semplice segno di stanchezza, di necessità di respirare un po’ prima di riprendere la corsa. Ma affinché questa lettura dei fatti regga occorrerà che il pullback non diventi inversione. Perché prendere un po’ di fiato ci sta, purché non si vada a smentire la prova di forza data lunedì. Come fare ad individuare il confine tra il salutare pullback e la nefasta inversione, è presto detto: occorre che l’indice principe non scenda sotto il minimo di lunedì, 3.971. Se sfondasse questo naturale supporto non solo ricoprirebbe a ritroso il forte movimento di breakout attuato lunedì, ma tornerebbe sotto la trendline appena superata e farebbe venire in mente ai molti che hanno comprato, pensando ad anticipare la fine del mercato orso, di essere finiti in una classica “bull trap”, un falso segnale delle mani forti per spennare i piccoli trader.
A ben vedere anche gli indici europei sono invischiati in una analoga indecisione, poiché dopo la sventola correttiva di giovedì 19 gennaio, che ha annullato su Eurostoxx50 le 5 sedute rialziste precedenti, il recupero si è fatto assai guardingo ed in tre sedute non è ancora riuscito a tornare ai valori del 18 gennaio, nonostante il potente traino di Wall Street.
Man mano che ci si avvicina all’appuntamento con le banche centrali di febbraio, lo scostamento tra la sensazione positiva dei mercati e l’aggressività confermata da FED e, soprattutto, BCE, per combattere l’inflazione ed ammazzarla prima che rialzi la testa, provoca un aumento di disagio in chi si è posizionato al rialzo guidato dalla narrativa che le banche fermeranno presto gli aumenti dei tassi.
Poi, personalmente, tra le preoccupazioni aggiungerei anche la guerra d’Ucraina, che i mercati hanno dimenticato per tanto tempo perché si è trascinata per mesi in uno stallo senza fine, ma che ora sono costretti a valutare, dopo l’escalation di USA e NATO, che stanno inviando i potenti carri armati in grado di spezzare l’equilibrio, e che spingeranno la Russia ad alzare il livello di aggressività.
La seduta di ieri non ha smosso gli indici dai valori del giorno prima. Oggi verificheremo se il movimento arriverà e da che parte avverrà.
Ho già indicato i parametri di supporto per SP500. La resistenza è a 4.040, massimi di lunedì. Se venisse superata (con conferma in chiusura di seduta) il viaggio verso 4.100 potrebbe riprendere, e quella vista ieri sarebbe stata effettivamente solo una sosta i box.
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