La riunione della BCE, che ho lungamente analizzato negli ultimi commenti, ha spazzato via le ultime illusioni che l’Eurozona si potesse sottrarre ad una svolta in senso iper-restrittivo della sua banca centrale, ed ha mostrato un preoccupante dilettantismo comunicativo da parte della presidente Lagarde, che non è stata neppure in grado di promettere un piano credibile per difendere Grecia e Italia dall’attacco speculativo sui loro spread nei confronti del Bund tedesco.
Così anche ieri si è scatenata la speculazione sul debito sovrano di Italia e Grecia. Il differenziale di rendimento pagato dal Bond decennale italiano rispetto a quello pagato dal Bund tedesco ha raggiunto i 245 punti base, livelli superati solo nel marzo del 2020, quando il Covid terrorizzava il mondo. Lo spread greco è arrivato addirittura a quota 280.
Non certo meglio è andata all’azionario europeo, che ha approfondito la sua scivolata, con la quinta pesante perdita consecutiva. Eurostoxx50 (-2,69% ieri e -7,56% nelle ultime 3 sedute, come nei momenti peggiori della pandemia nel marzo 2020) ha cancellato completamente il rimbalzo di maggio ed ha addirittura rotto il minimo del 9 maggio scorso. Performance simili per i principali indici europei. Il peggiore d’Europa è l’italiano Ftse-Mib, gravato dalla debacle del settore bancario, che nelle ultime 4 sedute di ribasso ha lasciato sul terreno oltre -10%.
Il dramma non ha risparmiato l’azionario USA. Anzi, la seduta di Wall Street è stata peggiore di quella dei mercati europei: SP500 -3,88% (e -9,9% nelle ultime 4 sedute); Nasdaq100 -4,60%; Russell2000 delle small cap -4,76%.
L’indice SP500 ha sfondato così abbondantemente il minimo del 20 maggio e si è appoggiato al forte supporto rappresentato dai 3.730 punti, minimo di marzo dello scorso anno.
Ci è arrivato con forti eccessi ribassisti sui grafici orari e divergenze rialziste su quelli daily.
Ma soprattutto con una seduta di vero panico, rappresentata dal forte rialzo dell’indice della volatilità implicita VIX, che misura la paura di ribasso che i market maker incorporano nei prezzi delle opzioni sull’indice SP500. Questo “indice della paura” nelle precedenti sedute si era stranamente adagiato su valori ampiamente inferiori a 30 e sembrava non recepire un po’ di preoccupazione, man nessun segno di panico.
Ieri invece ha preso il volo ed è passato da 27,75 di venerdì scorso fino a superare per un attimo quota 35, che è il tetto raggiunto durante il profondo scivolone ribassista di SP500 ad inizio maggio.
Allora quota 35 del Vix segnalò la capitolazione del mercato e permise all’indice di rimbalzare il giorno seguente.
Pertanto, vedo qualche possibilità che il minimo raggiunto ieri possa rimanere tale almeno per un po’ di tempo e che si possa tentare nuovamente di imbastire un nuovo modello di inversione rialzista, almeno per qualche seduta.
È ovvio che per tranquillizzare i mercati necessiterà un rassicurante messaggio da parte delle banche centrali, che non stanno certo mostrando grande efficienza. Il cattivo esempio comunicativo dato dalla BCE, da cui è emersa la sua incapacità di gestire con equilibrio e visione l’arrivo dei tre cavalieri dell’Apocalisse (Pandemia, Inflazione e Guerra), ha fatto saltare i nervi a molti grossi investitori, che ora temono che la FED li affronti con altrettanto affanno.
Ieri il mercato è andato a scontare una FED assai più aggressiva della BCE, per tutta l’estate.
La riunione del FOMC della FED, che domani sera dovrebbe alzare i tassi di un altro mezzo punto, viene vista come una sciagura e le vendite di questi giorni sembrano un disperato urlo di dolore, o, se preferite, una minaccia di quel che potrebbe capitare, rivolti verso i banchieri centrali USA, affinché non abbandonino i mercati al loro destino dopo averli vezzeggiati per oltre un decennio.
Chissà se Powell & c. si lasceranno intenerire anche questa volta?
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