Nella parte finale del commento di ieri mattina ho indicato che “la correzione effettuata da quella che abbiamo definito onda IV, potrebbe perciò essere conclusa. Occorre però che il rimbalzo prenda piede. In tal caso saremmo entrati nell’onda V, che ha un obiettivo piuttosto ambizioso, da realizzare nel corso di questo mese: l’area 4.700. Eventuali ritorni al di sotto del minimo di ieri potrebbero portare la correzione a concludersi in area 4.400.”
Ebbene, ieri è successo che i mercati azionari, ancora frastornati dalle tre guerre che si stanno combattendo in giro per il mondo (Ucraina in Europa, Covid in Asia e Inflazione un po’ dappertutto), hanno passato quasi tutte le 22 ore operative della giornata a rimuginare sul dilemma esposto sopra: la correzione ha ancora terreno ribassista da conquistare?
Dall’Asia è arrivata la sensazione che laggiù l’ottimismo non avesse ancora messo il naso fuori.
In Europa l’ottimismo ha fatto capolino solo ad inizio seduta e con un’effimera sparata rialzista, subito rientrata, poco dopo le ore 13, quando sono apparse notizie ambigue su improvvise proposte negoziali da parte dell’Ucraina, rivelatesi poi una bolla di sapone. Tutto il pomeriggio europeo è passato in calo, con il contributo dei verbali dell’ultima riunione BCE, che ci hanno presentato una banca centrale europea abbastanza frastornata dal decollo dell’inflazione (quella che per oltre un anno ci hanno propinato come transitoria) e con il consiglio ora nelle mani dei falchi. L’orientamento prevalente sembra essere diventato quello di non perdere tempo a combatterla, mediante la fine del QE entro l’estate e l’inizio della manovra di rialzo dei tassi ufficiali nel terzo trimestre.
Ricordo che solo un mese fa si escludeva categoricamente l’aumento dei tassi nel 2022.
Questa ventata di aggressività monetaria ha schiacciato sia l’azionario che l’obbligazionario europeo. Eurostoxx50 è andata mestamente a chiudere la sua terza seduta consecutiva in calo (-0,59%), imitato dai principali indici europei, con saldi simili, mentre il rendimento del Bund decennale è tornato nel pomeriggio a superare lo 0,7%, come a fine marzo.
Anche Wall Street ha iniziato molto dubbiosa la sua seduta e l’indice SP500 ha preteso, poco dopo le ore 18,30, di ritestare il minimo del giorno precedente a quota 4.450. Ma qui i compratori sono tornati in massa. Ne è scaturito un potente recupero (oltre +1,5% in poco più di due ore) che ha riportato in positivo il risultato giornaliero (+0,43% per SP500 e +0,23% per Nasdaq100), ma soprattutto ha superato il massimo della seduta precedente e completato così un modello di “doppio minimo”, che appare decisamente un segnale di conferma della fine della correzione.
Oggi, pertanto, mi attendo l’arrivo di altri compratori e l’ingresso ufficiale nell’onda V che avrà il compito di concludere l’onda 1 rialzista di ordine superiore, portando entro qualche settimana l’indice SP500 verso il suo obiettivo di area 4.700.
Ovviamente il mercato non consegna mai certezze, ma solo ipotesi probabilistiche. Queste ipotesi si rafforzeranno se oggi l’indice americano passerà l’intera seduta odierna al di sopra di 4.470 e magari estenderà il suo rialzo al di sopra del massimo di ieri di 4.521.
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