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SI BALLA CON LE TRIMESTRALI
03/02/2022 09:15

La voglia di dimenticare la brutta scivolata di gennaio ha prevalso anche ieri sui mercati azionari occidentali, a prescindere da qualsiasi considerazione monetaria o geopolitica.

Nei giorni scorsi sono aumentate parecchio le aspettative per una politica monetaria aggressiva da parte della FED, al punto che le previsioni incorporate nei prezzi dei futures sui tassi di interesse scontano già tra i 4 e i 6 rialzi per fine anno. Le maggiori probabilità sono per tassi compresi a fine 2022 tra 1,25% e 1,75%.

La guerra, per ora solo diplomatica, tra Russia ed Ucraina, spalleggiata dalla Nato, non dà segni di raffreddamento, anzi, infuriano le provocazioni propagandistiche e la pressione sale nella pentola ucraina. La Russia ha divulgato un filmato che ritrae colonne di mezzi corazzati, protetti da elicotteri da battaglia, dirigersi verso il confine ucraino con i cannoni rivolti verso Kiev. Gli USA, in risposta, hanno mandato un primo contingente militare di 3.000 uomini in Polonia, Romania e Germania. Intanto la diplomazia è in stallo.

Nonostante ciò, i mercati ieri avevano ancora voglia di salire e di comunicare che per i listini conta più la trimestrale di una delle grandi big della tecnologia che la minaccia di guerra o i dati macroeconomici.

Al rimbalzo di fine mese aveva già dato un contributo sostanziale la bella trimestrale di Apple. Martedì, a mercati chiusi, ad illuminare gli investitori è stato lo splendore di Alphabet (alias Google), che ieri ha migliorato il suo massimo storico e portato a casa un +7,5%.

L’indice americano SP500 ha avuto solo un po’ di incertezza iniziale, dovendo decidere se credere al pessimo dato sulla creazione di posti di lavoro nel settore privato, diffuso dall’agenzia ADP. Invece della creazione di circa 200.000 nuove buste paga, previste dagli analisti, le fermate produttive indotte da Omicron hanno causato la perdita di 301.000 occupati a gennaio.

Il dato è così brutto che Wall Street ha deciso di non crederci, riprendendo a salire dopo la chiusura dei mercati europei, per realizzare su SP500 la quarta seduta rialzista consecutiva (+0,94%) ed estendere il rimbalzo fino a quota 4.589, dove stava passando la media mobile a 50 sedute, violata al ribasso a metà gennaio. Sarà una combinazione, ma proprio lì il rimbalzo è giunto a ritracciare il 61,8% della scivolata dai massimi ai minimi di gennaio.

Facciamo un passo indietro, per raccontare che anche in Europa si è respirato notevole ottimismo in mattinata, con Eurostoxx50 ancora in rialzo e che appariva in grado di portare a termine lo scavalcamento la sua media mobile a 50 periodi. Ma alle 11 è arrivata la doccia fredda di una stima flash dell’inflazione di gennaio per la zona euro abbastanza preoccupante. Mentre gli analisti prevedevano un calo dell’inflazione piuttosto consistente, il dato complessivo ha invece mostrato un ulteriore rialzo al 5,1% annuale, mentre quella core è scesa un po’, ma assai meno delle previsioni e si mantiene ancora ben al di sopra del 2% che è l’obiettivo dichiarato dalla BCE. Tutto ciò alla vigilia di una riunione BCE, che si terrà oggi, che dovrebbe vedere i falchi all’attacco dell’indolenza di Lagarde, che sfiderà il ridicolo se si impunterà a voler dichiarare ancora una volta l’inflazione transitoria. Perciò i mercati europei hanno ridimensionato i guadagni. Nel pomeriggio la fase iniziale un po’ incerta di Wall Street ha fatto il resto. Eurostoxx50 ha così chiuso la seduta azzerando i guadagni (-0,06%), con il solo indice italiano FtseMib che è riuscito a mantenere un rialzo decente (+0,6%), grazie ai titoli bancari, galvanizzati dall’aspettativa di futuri rialzi dei tassi.

La seconda parte della seduta americana ha cancellato le incertezze iniziali e chiuso la giornata sui massimi ed a contatto con la resistenza chiave di area 4.600.

Ma, appena dopo la campanella di Wall Street, è arrivata una trimestrale da incubo da parte di Meta Platform (il nuovo nome di Facekook). La svolta in direzione del Metaverso, lanciata lo scorso anno, e che richiede ingenti investimenti, parte col piede sbagliato. L’ultimo trimestre 2021 ha visto profitti in calo più netto delle attese degli analisti ed una prospettiva per il 2022 abbastanza deludente, secondo la visione presentata dai manager. Nell’after hour il calo del titolo è stato pesantissimo. Oltre -20% di ribasso, che si è proiettato sulle quotazioni dei futures, sia del Nasdaq100 che di SP500, per colpa del sensibile peso della società di Zuckerberg su questi indici.

Così sul future Nasdaq100 si è visto per tutta la notte un arretramento di circa -2%, mentre il derivato su SP500 ha perso la metà.

La seduta odierna, che già dovrà digerire la riunione BCE, si trova anche a dover gestire un risveglio negativo. L’arretramento dalle resistenze testate ieri da Eurostoxx50 e da SP500 pare il minimo che oggi possa vedere.

Sarà la natura (correttiva oppure impulsiva) e l’entità del calo a fornire indicazioni sull’evoluzione futura dell’azionario occidentale, che presenta ancora una duplice possibilità: concludere con un ultimo tonfo dalle parti dei minimi di gennaio la prima correzione del 2022, oppure indicarci, con uno storno limitato, subito seguito dalla rottura della resistenza su cui SP500 si è fermato ieri, che l’onda (4) è già finita ed è già in atto l’onda (5). Cioè l’onda che avrà il compito di portare a quota 5.500 l’indice americano in questo 2022.

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