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E' L'ORA DELLA DECISIONE
01/02/2022 09:15

Con la fine di gennaio i mercati hanno esteso il recupero, trainati da quello che viene chiamato “window dressing” (sistemazione della vetrina) da parte del risparmio gestito, che ha cercato di togliere qualche ruga al fine mese, per renderlo meno doloroso.

A questa esigenza “commerciale”, si sono aggiunte le ricoperture di posizioni short, che hanno portato a casa i guadagni di gennaio. Tutto questo lavorio ha esteso il rimbalzo dell’azionario occidentale dai minimi del 24 gennaio.

Sono risaliti gli indici europei, che comunque hanno appena recuperato il calo di venerdì e non hanno aggiunto quel che Wall Street era riuscita a fare dopo la chiusura dei mercati europei.

Eurostoxx50, la sintesi dell’azionario europeo, con +0,91% ha recuperato esattamente la perdita di venerdì scorso e lo stesso hanno fatto più o meno i singoli indici dell’area euro, tutti con performance inferiori al punto percentuale.

Così, dato che anche ieri gli indici USA sono saliti, l’azionario europeo ha restituito un bel po’ di quella forza relativa mostrata per quasi tutto il mese di gennaio, quando nel pieno della tempesta era riuscito a perdere meno di Wall Street.

L’azionario americano invece ha mostrato una bella estensione del recupero iniziato venerdì scorso e con l’indice SP500 (+1,89% ieri, dopo il +2,43% di venerdì) è riuscito a cancellare quasi metà della defaillance mostrata da inizio anno. Anche il più volatile Nasdaq100 ha aggiunto +3,29% al suo rimbalzo, trainato dalle grandi Over the top, tornate sulla cresta dell’onda con guadagni giornalieri, in qualche caso, anche a doppia cifra (Netflix e Tesla).

La molla caricata dal pesante ipervenduto, prodottosi nella parte centrale di gennaio, ha generato il maxi-rimbalzo che ci attendevamo.

Ora però, con la sua chiusura a quota 4.516, SP500 è arrivato nell’area di resistenza compresa tra 4.500 e 4.550. Gli oscillatori si sono normalizzati ed il ritracciamento dell’impulso ribassista dal massimo storico del 4 gennaio al minimo del 24 ha quasi raggiunto il 50%, che è il livello dove muore la maggior parte dei rimbalzi. Chi ha fatto mordi e fuggi sull’ipervenduto, ora è tentato di portare a casa il bottino. Non lo fanno invece gli ottimisti incalliti, quelli che praticano sempre il  “buy the dip” ed hanno la convinzione che anche stavolta la correzione sia stata un buon affare, aspettando di rivedere presto i massimi storici.

Il mercato, perciò, è arrivato al bivio e tra oggi e domani dovrà calare le carte.

Se prevarrà la componente ottimista, il bordo superiore dell’area di resistenza (4.550) verrà superato e dovremo decretare finita l’onda (4) correttiva, con la prospettiva che sia già in atto il primo movimento dell’onda (5), rialzista ed impulsiva, in grado di portarci dalle parti di 5.500 nei mesi restanti di questo 2022.

Se invece prevarranno le prese di beneficio di chi ha fatto mordi e fuggi, unite alla decisione di vendere un po’ meglio da parte di chi è stato tagliato fuori dalla velocità del ribasso di gennaio, allora il mercato potrebbe indicarci la voglia di concludere l’onda (4) in modo più ortodosso, con la terza gamba ribassista C, che dovrebbe trascinare giù l’indice USA con un impulso costituito da 5 onde di grado minore. Obiettivo: scendere di nuovo ai minimi di gennaio o anche leggermente oltre.

Non resta che assistere al match.

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Pierluigi Gerbino - P. Iva 02806030041
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