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L'EUROPA INSEGUE IL PENDOLO AMERICANO
31/01/2022 09:15

L’ultima di gennaio è stata una settimana piuttosto strana.

Gli indici azionari USA, di cui il capobranco è SP500, dopo il forte calo della precedente, hanno passato 5 sedute di elevata volatilità, con oscillazioni intraday da capogiro, nell’impossibilità di mostrare il consueto modello attuato in tutte le precedenti correzioni post-pandemiche, fatto di poche sedute discendenti, seguite da un deciso rimbalzo in grado di proiettare l’indice a migliorare i precedenti massimi storici.

Un comportamento che esalta la strategia “Buy the Dip”, compra la debolezza, che quasi sempre, dalla primavera del 2020, ha dato ampie soddisfazioni a chi l’ha praticata.

Ma la correzione di gennaio è stata la peggiore degli ultimi 20 mesi e, questa volta, la visita ai supporti non è stata la solita “toccata e fuga” delle precedenti circostanze, ma una frequentazione assai più faticosa e duratura.

Mentre le precedenti correzioni arrivavano a testare la media a 50 sedute, con questa correzione è stata superata al ribasso quella di lungo periodo, a 200 sedute, che separa il toro dall’orso. Sfondata dall’indice SP500 venerdì 21 gennaio, sono seguite ben 5 sedute consecutive chiuse a valori inferiori e anche l’ultima seduta della settimana scorsa sembrava intenzionata a continuare la serie nera. Ma, secondo uno strano comportamento, che ultimamente è diventato un’abitudine, dopo la chiusura dei mercati europei, gli indici USA, trascinati dalla trimestrale di Apple, la beniamina dei Nerd, il rimbalzo si è trasformato in rally, assai più convinto dei tentativi delle sedute precedenti. L’indice è riuscito così a riprendere la media mobile di lungo periodo e a salvare seduta (+2,43%, miglior saldo quotidiano dal giugno 2021) e settimana (+0,77%), anche se la performance da inizio mese è ancora piuttosto negativa (-7%). Comportamento abbastanza simile ha avuto il Nasdaq100, che con il rally delle ultime due ore ha cancellato la negatività dell’intera settimana, anche se questo indice, assai più colpito dalla correzione invernale, è ancora circa il 4% sotto la sua  media mobile a 200 sedute e presenta ancora una performance da inizio anno negativa a doppia cifra (-11,4%).

L’Europa invece ha dovuto vagare per tutta la settimana all’inseguimento dell’abitudine dell’azionario USA di cambiare direzione quando nel vecchio continente si chiudono i battenti. Perciò gli indici europei hanno chiuso quasi tutte le sedute della scorsa settimana con un segno opposto rispetto a quello mostrato poi dall’indice USA SP500, ed il giorno seguente si sono sempre dovute adeguare all’andazzo americano, con un comico inseguimento dei capricci di Wall Street.

Venerdì scorso il saldo di Eurostoxx50, rappresentante dell’umore medio di Eurolandia, è stato perciò negativo. Sia quello quotidiano (-1,15%) che quello settimanale (-2,19%). La perdita da inizio anno è comunque ancora abbastanza gestibile: -3,76%. La settimana si è chiusa malamente anche per l’Asia, alle prese con il Covid che sta circolando insieme agli atleti delle olimpiadi invernali. Tokio -2,9%, Shanghai -4,6%, Hong Kong -5,7%, Seul -6% sono esempi di un’area che non scoppia certo di salute. Per vedere un saldo settimanale positivo occorre guardare al piccolo Vietnam (+2%).

Volgendo lo sguardo dal passato al futuro, direi che la settimana si aprirà, dopo lo scontato rimbalzo europeo all’inseguimento di Wall Street con il rebus da risolvere riguardante la salute degli indici USA, alle prese con una svolta nella politica monetaria della FED non facile da digerire.

L’aver terminato in positivo la settimana e con la chiusura più alta delle ultime 6, l’aver riguadagnato la media a 200 sedute, anche se, a dire il vero, non è ancora stata scavalcata in modo evidente, sono due elementi di positività che accrescono le probabilità che il minimo di una settimana fa non debba più essere rivisto. Ma non bastano a sciogliere le incertezze. Infatti, il contatto con la media può anche essere considerato come incapacità di scavalcarla. Inoltre, l’area di resistenza, che deve essere superata per decretare la morte dell’onda (4) correttiva, è quella compresa tra 4.500 e 4.550, che deve ancora essere testata.

Infine, il modello classico di svolgimento dell’onda 4 prevede per l’onda C finale, che completerà il ribasso e concluderà l’onda (4), una struttura impulsiva ribassista a 5 movimenti, di cui al momento possiamo chiaramente individuarne 4. Il rimbalzo di venerdì sarebbe l’onda 4 di C. Mancherebbe ancora un ultimo impulso ribassista, il quinto, che dovrebbe realizzare un minimo inferiore, o un doppio minimo, in coincidenza con il minimo di lunedì scorso, che è a quota  4.223.

Se il mercato vorrà completare come da manuale l’onda C di (4), non riuscirà a superare quota 4.550 e si dirigerà nuovamente in basso. Altrimenti, avremmo anche stavolta una risoluzione della correzione con un troncamento dell’onda ribassista finale mediante il superamento della resistenza di 4.550.

Operativamente, perciò, credo sia bene attendere che il mercato riesca a superare la resistenza prima di farsi prendere nuovamente dall’euforia.

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Pierluigi Gerbino - P. Iva 02806030041
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