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GATTO MORTO A WALL STREET
21/01/2022 09:15

Per il secondo giorno consecutivo Wall Street ha effettuato ieri un rimbalzo effimero, fino alla chiusura dei mercati europei, per poi scaricare nella parte finale della seduta tutte le sue ansie con forti bordate di vendite, in grado di portare ancora una volta gli indici ad estendere la correzione di gennaio, che ora si fa piuttosto marcata.

Nel gergo di borsa questo comportamento si chiama “rimbalzo del gatto morto”, e, siccome i gatti hanno sette vite, siamo avvisati che l’averlo visto per due sedute consecutive non ci esenta ancora da un eventuale terzo replay.

Così ieri è aumentata la divergenza di comportamento tra l’azionario europeo e quello americano.

Il primo, rappresentato dall’indice Eurostoxx50, sfruttando il traino dei due effimeri rimbalzi americani, ha chiuso in rialzo, nel momento di massimo fulgore americano (+0,73%, seconda seduta positiva consecutiva), mostrando una correzione veramente minimale in questo mese di gennaio (solo -2,2% dal massimo del 5 gennaio) ed una condizione tecnica invidiabile, con l’indice al di sopra delle due medie mobili chiave (a 50 e a 200 sedute).

L’indice USA SP500, invece, subito dopo le 17,30 ha cominciato letteralmente a franare, avvitandosi dal massimo delle ore 17 di ben 119 punti (-2,6%) e passando da un provvisorio +1,5% ad un conclusivo -1,10%.

Possiamo così osservare sul grafico del principale indice azionario USA una vera collezione di negatività, a cui non eravamo più abituati: 3 sedute consecutive e 4 delle ultime 5 con perdite quotidiane pari o superiori al punto percentuale; una correzione dal massimo storico del 4 gennaio che è arrivata a -7% ed è la più ampia degli ultimi 15 mesi; lo sfondamento di tutti i 3 precedenti minimi ascendenti di dicembre e gennaio, su cui era riuscito a rimbalzare; lo sfondamento della media a 50 sedute, che ha anche svoltato verso il basso e l’avvicinamento sempre più veloce alla media a 200 sedute, ormai distante soli 60 punti.

Direi che ce ne sia abbastanza per descrivere una condizione di estremo disagio degli investitori, piuttosto spaventati da questa zampata dell’orso, fuggito dallo zoo della FED.

Per chi non è ancora convinto, riporto anche qualche dato tecnico dell’indice tecnologico Nasdaq100, che anche ieri ha fatto peggio di SP500, perdendo -1,34%.

L’indice tecnologico ha già raggiunto e superato il limite di perdita che identifica una situazione di “correzione conclamata”. Tale limite è una perdita di almeno il 10% dal massimo precedente. Nasdaq100 è già a -11,5% dal suo massimo storico del 22 novembre scorso. Ieri ha sfondato, anche se non di molto, persino la sua media mobile di lungo periodo a 200 sedute e, secondo un’altra etichetta che Wall Street appiccica ai grafici, sta entrando ufficialmente in una fase di mercato orso.

Infine, sta per raggiungere, come anche SP500, la situazione di eccesso ribassista sul grafico giornaliero.

Non ho trovato alcuna notizia particolarmente nuova che possa motivare la persistente debolezza degli indici azionari americani. L’unica notizia veramente brutta ieri è arrivata dall’indice dei prezzi alla produzione tedeschi, salito su base annua al ritmo esorbitante del +24%.

Ma questo dato avrebbe dovuto preoccupare l’azionario europeo, che invece ha preferito dare retta alle dichiarazioni ancora assurdamente accomodanti di vari membri BCE, che continuano a negare aumenti dei tassi nel 2022.

In mancanza di “motivazioni reali” occorre ricorrere all’emotività di massa, che in USA, senza dubbio, è scarsamente rassicurata dalla competenza mostrata dai suoi timonieri. Oltre alla FED, che prima ha negato l’inflazione ed ora ha fretta di combatterla, anche Biden continua ad inanellare una gaffe dietro l’altra e, come ai tempi di Trump, il suo entourage deve intervenire a precisare e correggere frasi ambigue e svarioni che pongono seri dubbi sulla sua capacità di comando.

Ieri, ad esempio, sull’Ucraina, ha quasi ammesso che la NATO potrebbe tollerare isolate penetrazioni dei russi entro i confini dell’Ucraina, senza reagire con sanzioni gravi. La nota di preoccupazione da parte del governo ucraino ha richiesto un precipitoso dietrofront comunicativo da parte della sua amministrazione.

Tecnicamente, ora l’indice SP500 ha quasi raggiunto una situazione di eccesso ribassista (ipervenduto) sull’indicatore RSI(14) applicato al grafico giornaliero. Il valore raggiunto ieri (31,6) è il piu’ basso dai tempi del terribile mese di marzo del 2020, in piena crisi Covid.

Perciò lo spazio per ulteriori discese senza un rimbalzo che superi l’intraday, è estremamente limitato.

Anche se non sono stati ancora raggiunti gli obiettivi ribassisti intorno a quota 4.400, la rottura di 4.500 conferma la struttura correttiva che stiamo osservando. Quella attuata finora è l’onda A di (4).

Il rimbalzo potrebbe essere anche piuttosto significativo e realizzerà l’onda B. Poi un nuovo attacco di debolezza (onda C che concluderà la correzione di onda 4) dovrebbe portare l’indice all’obiettivo ribassista di area 4.400 o anche leggermente sotto.

Ovviamente occorre che il prossimo rimbalzo non sia il terzo rimbalzo del gatto morto, altrimenti avremo ancora una estensione dell’onda A.

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