TORNA IL VIRUS? RIECCO LE BANCHE CENTRALI

16/06/2020 09:15

La scorsa settimana il virus, che in America Latina continua ad espandersi senza alcuna voglia di rallentare, ha rialzato la testa anche in USA, dove cominciano a emergere i contagi provocati dalla ripresa della mobilità, in seguito all’allentamento del Lockdown, che in alcuni stati è stato probabilmente troppo affrettato, e dagli assembramenti di molte manifestazioni di protesta contro l’intolleranza razziale di parte della polizia americana.

Un certo spavento ha provocato anche la scoperta di un focolaio in Cina, dove si pensava che il virus fosse scomparso, e la necessità di chiudere immediatamente diversi quartieri di Pechino, con tamponi di massa per fermare il contagio sul nascere.

Apro una parentesi. Personalmente sono sempre piuttosto impressionato dalla differenza che si percepisce tra l’efficienza cinese e l’approssimazione occidentale. Laggiù la capacità di reazione di fronte alle emergenze è immediata ed organizzata in modo capillare. In occidente prevale la babele delle opinioni diverse e delle polemiche (catastrofe naturale? raffreddore? invenzione del sistema per vessare il popolo?), gli eroismi si accompagnano alle indolenze, mentre le norme riescono ad essere sempre così complicate da prestarsi ad interpretazioni diverse, cosicché regnano elusioni da parte dei soliti furbetti accanto a  comportamenti arbitrari da parte di qualche  autorità che le applica alla lettera e senza buon senso.

Forse il motivo di questa differente efficienza va cercato nelle diversità genetiche tra la dittatura e la democrazia. La prima è molto più efficiente della seconda in caso di emergenza e di guerra, mentre la seconda dà risultati migliori in tempo di normalità, permettendo alla creatività di esprimersi liberamente.

Con queste riflessioni, non nuove, non voglio certo rimpiangere la mancanza di dittatura in occidente, ma solo prendere atto di un fenomeno che l’era del corona-virus ha confermato. Chiudo la parentesi.

Il ritorno della paura del virus, che il mercato da mesi aveva dimenticato, ha portato un’impennata nella volatilità ed una rapida discesa degli indici occidentali, imitati ieri anche dai mercati asiatici. Ma il picco di negatività si è esaurito abbastanza presto, quando gli indici europei, che hanno aperto in forte calo, con perdite superiori ai 2 punti percentuali rispetto alle già mosce chiusure di venerdì, dopo un’ora hanno messo a segno un forte recupero, insieme ai future sugli indici americani, che vengono trattati anche quando la borsa USA è chiusa.

La giornata ha cambiato aspetto e la scommessa è diventata quella di verificare se la negatività aveva già trovato un fondo sui minimi della prima ora europea.

L’apertura del mercato USA, pur col segno negativo e a realizzare con SP500 un minimo inferiore a quello di venerdì scorso (2.966), ha mostrato che in USA, se lo spavento per il nuovo picco di contagi ha lasciato qualche segno, l’avidità degli investitori americani, che bramano il ritorno ai massimi per dimostrare l’invincibilità di Wall Street, è ancora molta. E’ subito partito il rimbalzo anche in USA, con SP500 in grado via via di riportarsi ben al di sopra dei 3.000 punti e chiudere la seduta in discreto guadagno (+0,83%) e con i massimi che hanno quasi raggiunto quelli di venerdì. La voglia di recupero americana ha aiutato gli indici europei a risalire ancora un po’ e limitare fortemente i danni (Eurostoxx50 -0,55%) o addirittura chiudere in positivo (il nostro Ftse-Mib +0,43%, trainato soprattutto dalle utility). Per come era iniziata la giornata, il risultato finale europeo sa molto di scampato pericolo.

Tecnicamente la candela disegnata da SP500 non è ancora una candela di inversione del movimento correttivo in atto. Il massimo disegnato è ancora discendente. Per la precisione è il quinto massimo giornaliero discendente consecutivo e, siccome anche il minimo è stato inferiore a quello del giorno precedente, non basta che la chiusura del mercato sia stata molto vicina al massimo per decretare la fine della correzione. Personalmente manterrei molta cautela fino a quando SP500 non riuscirà a superare il massimo della candelona ribassista di giovedì scorso, che è a quota 3.124.

Però va segnalato che con la paura della seconda ondata di contagi sono tornate a farsi vive le banche centrali, e questo potrebbe fugare la paura del virus. Stamane la Banca del Giappone ha aumentato gli aiuti alle imprese e l’indice Nikkei ha subito festeggiato con un rialzo da +4,88% che ha più che annullato la brutta candela di ieri, mentre anche quella australiana ha confermato una politica molto accomodante e la Borsa di Sidney ha fatto +3,89%. Ma è un po’ tutta l’Asia a suonare la carica del rimbalzo e le borse europee potranno tentare l’inversione, mentre Wall Street attende l’audizione al Senato di Powell, stasera alle 18, per verificare se, oltre agli acquisti di 750 miliardi di $ di corporate bond, che partono in questi giorni e salveranno parecchie imprese zombie dal fallimento, zio Jay farà qualche altro regalo all’avidità dei mercati.