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DATI TAROCCATI PER BRINDARE AL FUTURO
08/06/2020 09:15

I mercati azionari, specialmente quelli occidentali, nella settimana che ha iniziato il mese di giugno hanno mostrato la loro inesauribile ansia da prestazione, andando a realizzare l’ennesima accelerazione rialzista che ha l’obiettivo di superare il più presto possibile i massimi storici del febbraio scorso, buttandosi dietro le spalle il brutto ricordo del virus, e sfruttare l’enorme quantità di regali fiscali e monetari elargiti da governi e banche centrali per gonfiare la più clamorosa bolla speculativa che si sia mai vista nella storia.

E’ Wall Street a trascinare il resto del mondo. Lo sappiamo. Venerdì scorso con un tripudio di acquisti compulsivi l’indice SP500 ha superato anche la resistenza costituita da quota 3.137, il primo massimo discendente segnato il 3 marzo scorso, che decretò la nascita del trend ribassista di breve periodo e convinse l’indice a scendere di oltre 900 punti nelle 14 sedute successive, fino ai minimi di 2.192 del 23 marzo. Il massimo realizzato prima di vedere qualche presa di profitto cautelativa (poca roba, comunque) è stato 3.211 e la chiusura a 3.194 (+2,02% giornaliero e +4,91% settimanale). Significa che SP500 è arrivato a poco più di un punto percentuale dai valori di inizio anno e a meno di 6 punti percentuali dal massimo storico del 19 febbraio scorso (3.393 punti). A sbarrare la strada all’euforia del mercato restano ormai pochi ostacoli. Il primo è il livello dove comincerà l’ultimo ottavo di strada ancora da percorrere per annullare del tutto il calo del corona-bear. Questo livello è a 3.244 punti. Poi c’è 3.260, dove è ancora aperto un grosso gap ribassista da lunedì 24 febbraio scorso, dopo che gli investitori scoprirono nel week-end che l’epidemia era arrivata in occidente ed era esplosa in Italia, a Codogno.

Se SP500 è vicino ai massimi, che dire del Nasdaq100, che i massimi storici dei febbraio li ha infranti proprio venerdì?

E che dire dei nostri indici europei, che per tutta la settimana sono stati preda della frenesia rialzista, che li ha portati a realizzare un guadagno settimanale a doppia cifra? Eurostoxx50 in 5 sedute ha fatto +10,95%, esattamente come il nostro Ftse-Mib. Una performance che soddisferebbe un intero anno operativo è stata fatta in una settimana. E non è che quelle precedenti i mercati europei siano stati fermi. Anzi.

Non resta che prendere atto di quel che vediamo, anche se non riusciamo a spiegarlo con i fondamentali, dato che sull’Europa arrivano continue revisioni al ribasso delle stime di (de)crescita, e numeri sempre più spaventosi sui vari indicatori macro. Ma il mercato sconta il Recovery Fund come se fosse già approvato, premia il cambiamento di linea della Germania trainata dalla signora Merkel verso una più fattiva solidarietà con i paesi mediterranei, dopo aver scoperto che senza la manifattura italiana l’industria tedesca sarebbe bloccata.

In USA si sono festeggiati dati oggettivamente strampalati sul mercato del lavoro. Contro le attese degli analisti, che si aspettavano la distruzione di altri 8 milioni di posti di lavoro, i numeri usciti giovedì sui sussidi di disoccupazione ancora in crescita, le stime dell’istituto privato ADP, e successo che il Dipartimento delle Statistiche sul Lavoro (BLS), un organismo pubblico, ma piuttosto chiacchierato per i metodi che usa per stimare la creazione di posti di lavoro non agricoli, che ogni mese vengono rilasciati ai mercati che li attendono come la manna dal cielo, ha pubblicato per il mese di maggio una stima che addirittura fotograferebbe non una perdita di occupazione, ma la creazione di 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro.

Che qualcosa o molto non torni è evidente. Infatti lo stesso BLS ha dovuto ammettere imprecisioni diffuse sulla classificazione delle risposte ai questionari a base della stima, che hanno portato a definire come nuove assunzioni dei semplici rientri in fabbrica di personale prima bloccato a casa dal lockdown. L’assurdità delle stime è poi confermata dall’impossibile numero di nuove piccole imprese che sarebbero nate in maggio: ben 345.000 in un mese in cui per gran parte del tempo il lockdown ha chiuso l’intera economia non essenziale.

Ma ad un mercato euforico la prudenza, la diffidenza nel valutare numeri che appaiono enormemente inventati a vantaggio della speculazione, ma forse ancor più di un Trump che ha immediatamente twittato i suoi personali complimenti al Presidente degli Stati Uniti per il risultato,  sono virtù già dimenticate, come è stato già dimenticato un virus che in USA provoca ancora più di mille morti al giorno.

La “sorpresa positiva” ha dato la stura a parecchi tappi di spumante per l’ennesimo brindisi al futuro.

Il petrolio ha festeggiato il raggiungimento di un accordo in sede di OPEC allargato per mantenere ancora in piedi i tagli alla produzione, con il solito giuramento solenne che gli impegni verranno mantenuti da tutti, come non è mai capitato finora.

I preziosi ed i beni rifugio sono stati scaricati, perché al mercato pare che non ci sia più alcun bisogno di rifugio.

Basta la coperta di Linus rappresentata dai soldi gratis delle Banche Centrali.

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