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LA FASE 2 E LE BANCHE CENTRALI POMPANO I MERCATI
28/04/2020 09:15

Inizio di settimana in gran spolvero, sia a Wall Street che soprattutto per i mercati europei, che dovevano recuperare la defaillance di venerdì, giorno in cui hanno accusato un calo mentre Wall Street ha poi chiuso in rialzo.

Ad animare la voglia di acquisti è l’aria di risurrezione dal lockdown che si respira in Europa. La Germania e la Spagna hanno già riaperto qualche attività ieri, mentre il nostro governo ha annunciato il Piano per la Fase 2 dal 4 Maggio.

I mercati puntano apertamente su un ritorno veloce alla “normalità” ed al momento non pensano ad alcun intoppo nella guerra al virus, nonostante una evidente e, a parere degli epidemiologi, pericolosa fretta di riaprire in presenza di un numero ancora elevato di contagiosi in circolazione. Ricordo che la Cina attese molto più a lungo il quasi totale azzeramento dei nuovi casi prima di riaprire molto lentamente le attività nella provincia dell’Hubei. Ed è per questa prudenza che là ora la situazione è sotto controllo.

Ma, come ha dimostrato anche il nostro Premier Conte nel discorso di domenica alla nazione, in Europa le esigenze del PIL premono, col rischio di ritrovarsi a fine maggio a fare dietrofront per l’arrivo di focolai di ritorno. Sta di fatto che al momento i mercati snobbano la possibilità che nella Fase 2 qualcosa vada storto, come a gennaio snobbarono la possibilità di pandemia. Allora sbagliarono, stavolta vedremo.

Il fatto che a tirare il gruppo degli indici europei questa volta sia tornato il nostro Ftse-Mib (+3,09%), che sottoperformava da tempo rispetto ad Eurostoxx50 (ieri +2,60%), e che si sia visto un certo risveglio da parte del settore bancario italiano, induce a pensare che una delle cause principali del rialzo europeo vada cercata nella bontà dell’agenzia di rating Standard&Poor’s, che nel week-end ha “perdonato” il gigantesco deficit che il governo italiano ha messo in cantiere nel DEF 2020 ed ha confermato il rating precedente (BBB con Outlook negativo). Qualche domanda sorge spontanea sul ruolo di queste agenzie, che sono diventate sempre più “politiche”.

Faccio notare che quando è stato diramato il precedente rating (25 ottobre 2019) l’Italia aveva un rapporto Deficit PIL al 2,2%, un Debito/PIL al 135% e non c’era il virus. Ora il DEF approvato nel week-end porta il rapporto deficit/PIL al 10,4%, cioè oltre il triplo dei parametri europei, ed il rapporto Debito/PIL  a superare il 155%, mentre viene prevista una recessione del -8% del PIL.

Se nemmeno questo tsunami riesce a smuovere il rating dell’Italia, mi chiedo che cosa ci voglia.

Per carità. Non voglio fare il bastian contrario che si augura sventure per il nostro paese. Mi chiedo solo a che cosa servano valutazioni così “politiche”, se non a generare un’ulteriore distorsione sui mercati, dopo le tante a cui stiamo già assistendo, da quando le banche centrali si stanno comportando come un gigantesco Hedge Fund speculativo e comprano anche titoli spazzatura pur di tenere in piedi questo zombie che è ormai la finanza globale.

A proposito di mode, ieri la Banca Centrale giapponese ha seguito quella della FED ed ha anch’essa esteso al livello “illimitato” la potenza di fuoco del suo QE.

Dato che questa settimana, oltre che essere clou per le trimestrali (oggi tra i colossi tocca a Google e un po’ di farmaceutici), lo è anche per le riunioni mensili delle banche centrali (domani c’è la FED e giovedì la BCE) è probabile che la gestione Lagarde estenda ancora le dimensioni del suo bazooka. Mi aspetto cioè che la BCE ufficializzi anch’essa la portata “senza limiti e confini” del suo QE e che preveda anch’essa la possibilità di comprare spazzatura, sebbene il rischio che il debito italiano lo diventi presto paia, al momento, accantonato.

Non possiamo perciò stupirci più di tanto che un mercato pompato di anabolizzanti monetari come questi volga lo sguardo dai dati macroeconomici pessimi verso la fantasia delle aspettative, e continui la sua cavalcata verso i prossimi e sempre più vicini obiettivi del recupero.

Ieri a Wall Street il principale indice SP500 nelle battute finali ha superato il precedente massimo relativo del 17 aprile di una decina di punti ed oggi, se le trimestrali lo permetteranno, tenterà di estendere ulteriormente il movimento rialzista di breve verso l’area 2.940, dove passa il 61,8% di Fibonacci di recupero dal grande calo di febbraio-marzo.

Il nostro Ftse-Mib, che ieri ha chiuso a 17.380, punta a testare il bordo superiore della congestione laterale che lo ingabbia dal 25 marzo. E’ posizionato a 17.830. Oltre quel livello si vola.

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