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E' L'ITALIA IL NUOVO ELDORADO?
04/07/2019 08:51

Gli operatori sapevano ieri di non poter contare su Wall Street nel ruolo di animatrice della seduta, poiché la giornata in USA era semifestiva, con chiusura dei mercati a fine mattinata (ore 19 europee) e sarebbe stata seguita, oggi dalla chiusura totale dei mercati per la festa nazionale che celebra l’indipendenza americana.

Allora hanno deciso di fare a meno del faro americano e concentrare la loro attenzione e le loro brame speculative sull’Europa, che aveva appena trovato una faticosa quadra per le nomine nei posti di comando che dirigeranno la prua del Titanic europeo nei prossimi anni.

E’ vero che l’accordo è stato raggiunto già martedì scorso e la reazione ritardata dei mercati pare anomala. Ma forse il ritardo è motivato dalla necessità di documentarsi sulle caratteristiche delle due donne che occuperanno i posti chiave al timone della UE. Inoltre, particolare non secondario, solo ieri sarebbe arrivato a conclusione l’iter ispettivo della Commissione UE per decidere se proporre oppure no agli stati membri l’apertura della procedura di infrazione per debito eccessivo contro l’Italia.

Le ricerche degli operatori europei pare abbiano dato esiti rassicuranti e tali da favorire una certa propensione agli acquisti in Europa. Infatti la signora Ursula Von der Leyen, che dovrebbe occupare la poltrona di Presidente della Commissione UE, è un rarissimo esempio di politico con due lauree (curiosamente Economia e Medicina), è dello stesso partito della Merkel, di cui è una fedele seguace e con cui è stata ripetutamente ministro di dicasteri sociali (Famiglia, Lavoro) ed attualmente della Difesa. E’ fautrice di un esercito europeo, il che la pone in sintonia con Macron e sufficientemente rigorista da garantire la tutela degli interessi tedeschi.

Ma a piacere ai mercati è soprattutto la nomina di Christine Lagarde, attualmente Presidente del Fondo Monetario Internazionale. E’ dotata di spessore economico e monetario decisamente inferiore a Draghi, e sarà il Primo Presidente BCE senza precedente esperienza nella guida di una banca centrale. E’ stata Ministro dell’Economia in Francia ai tempi di Sarkozy, con cui si sporcò il curriculum morale quando il Tribunale francese, pur senza sanzionarla, ne accertò la negligenza, nella gestione dello scandalo Tapie, che coinvolse Sarkozy. Nelle perquisizioni presso la sua abitazione vennero rinvenute e poi pubblicate corrispondenze “imbarazzanti” con l’allora Presidente francese. In una, particolarmente servile, scriveva a Sarkozy: “…Sono al tuo fianco per servire te ed i tuoi progetti… Usami per il tempo che ti serve… Se mi usi ho bisogno di te come guida e come sostegno…”

Ho citato queste vicende non per indulgere al pettegolezzo, ma per raccontare la sua “flessibilità” e “capacità diplomatica”, che ne fanno una abilissima navigatrice nelle paludi ovattate della politica di alto bordo.

I mercati hanno immediatamente interpretato queste sue caratteristiche come garanzia di continuità, se non addirittura di estensione, della benevolenza del suo predecessore. Insomma alle garanzie per il rigore sui conti che fornirà la signora Ursula, si unirà, alla BCE, l’atteggiamento da “colomba” che i mercati si aspettano dalla signora Christine.

A beneficiarne sarà soprattutto il nostro paese, che potrà contare sullo scudo antispread rappresentato da nuove forme di Quantitative Easing targate Lagarde. Come se ciò non bastasse, ieri è arrivata anche la “non bocciatura” del nostro paese da parte della Commissione Ue, che ha interrotto la procedura per certificare l’infrazione italiana alle regole UE. Anche questa vicenda si chiude nel migliore dei modi possibile, cioè l’accettazione delle misure aggiuntive (poche) e delle revisioni alle stime sui conti pubblici 2019 (molte), che Tria ha partorito e soprattutto è riuscito a far digerire ai riottosi azionisti di maggioranza del governo gialloverde Salvini e Di Maio e che riducono il disavanzo ai livelli ipotizzati a dicembre 2018 (2,04% del PIL), al termine della estenuante trattativa con la Commissione UE.

Per ora il pericolo è scampato, anche se per ottenere il placet della Commissione il premier Conte ha dovuto impegnarsi anche per il 2020 a rispettare i parametri europei, il che significa la materiale impossibilità di varare in autunno la cosiddetta Flat Tax del tenore voluto da Salvini. L’estate è salva, sempre che Salvini non decida di accoppare il governo per tentare di ottenere le elezioni a settembre. Le tensioni riemergeranno in autunno, perché non ritengo verosimile che Salvini rinunci al suo secondo cavallo di battaglia elettorale (il primo è la paura dei migranti) senza combattere aspramente.

Comunque l’ottica operativa sui mercati non è così lunga da estendersi fino all’autunno. Le visioni che muovono i listini sono sempre più speculative e sempre più a corto respiro. E nel breve termine occorre mettere nei prezzi il sospiro di sollievo, magari solo momentaneo, regalato al nostro paese dalla successione degli eventi di ieri.

Ecco allora che lo spread ha avuto un tonfo clamoroso fin sotto quota 200, i rendimenti sul BTP decennale sono scesi fino al 1,60% e quelli del biennale sono tornati sottozero anche in Italia.

Sull’azionario il Ftse-Mib è salito del 2,44%, trascinato dai bancari in stato di grazia, frantumando la resistenza di 21.500 punti e completando un ampio testa e spalle rialzista che avrebbe nel medio-lungo periodo obiettivi ambiziosissimi, anche oltre i 25.000 punti.

Un entusiasmo simile in Europa ha contagiato anche Wall Street, che è riuscita finalmente a realizzare il triplo massimo storico su SP500, Dow Jones e Nasdaq.

In una seduta semifestiva non è un dato particolarmente significativo, però c’è. SP500 è addirittura arrivato a soli 5 punti dal livello psicologico da molto tempo puntato, cioè quota 3.000.

Che dire? Troppo bello per essere vero? No, perché è vero.

Direi, piuttosto, troppo bello per continuare ancora a lungo.

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Pierluigi Gerbino - P. Iva 02806030041
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