Sia ieri che Lunedì abbiamo rivolto la nostra attenzione quasi esclusivamente al voto europeo, cercando di delineare l’intonazione in chiaroscuro dei risultati e la grave incognita per il nostro paese rappresentata dalla grande vittoria leghista, se, come pare, Salvini vorrà forzare il dissesto dei conti pubblici con misure che sfondino i parametri europei ed arrivare ad uno scontro con la Commissione Europea presente e futura e con gli altri Stati appartenenti alla UE (sovranisti compresi), che tale sfondamento non possono accettare.
I mercati si stanno preparando a scenari difficili per i nostri conti pubblici, credendo alle parole di Salvini, che ha escluso ritocchi all’IVA ed altre manovre correttive per coprire il buco da circa 40 miliardi con la prossima legge di bilancio. Anzi, ha cacciato un dito nell’occhio alla commissione UE annunciando una proposta di Flat Tax all’italiana, da presentare subito in Consiglio dei Ministri, dal modico costo aggiuntivo di 30 miliardi. La preoccupazione dei mercati è stata palpabile anche ieri, con lo spread BTP-Bund arrivato fino a 288 punti, circa 22 in più del livello a cui era posizionato prima delle elezioni e ancora vendite sui bancari italiani. Il tenore della lettera in arrivo al nostro Governo, inviata dalla commissione UE, ed ancor più la risposta che il nuovo “Premier di fatto” imporrà all’ex nemico-amico Di Maio, ora obbligato dalla cocente sconfitta elettorale a vestire i panni anche lui del maggiordomo del sovrano, ci forniranno maggiori dettagli e ci permetteranno di elaborare meglio le “previsioni meteo-finanziarie” per l’estate.
Ieri però è stata Wall Street a riprendersi le luci della ribalta, al ritorno dopo il ponte del Memorial Day. E, come negli ultimi tempi è consueto, ha mostrato ancora la “doppia faccia”: un primo atteggiamento fino alla chiusura delle borse europee, ed un altro molto diverso nella seconda parte della seduta.
L’indice principale SP500 ha infatti aperto in rialzo la sua seduta, con il compito di chiudere il gap ribassista aperto il 23 maggio, dopo il fallimento del tentativo cercato venerdì scorso. Ma anche ieri l’impresa si è nuovamente arenata in corrispondenza del massimo di venerdì scorso a 2.840, con 16 punti di gap ancora da chiudere. L’indice è allora ripiegato sulla parità fino alla chiusura dei mercati europei, per ritentare un accenno di vana risalita fino alle 18,30 circa. A quel punto non è rimasto che prendere atto della mancanza di convinzione dei compratori e l’umore si è decisamente girato al ribasso, con una scivolata che ha portato l’indice a chiudere sui minimi di seduta a quota 2.802 e con una perdita di giornata di -0,84%. Comportamento simile, ma con discesa più controllata, si è visto sul tecnologico Nasdaq100 (-0,31%).
Oggi occorre fare molta attenzione al livello raggiunto da SP500, che è proprio, millimetricamente, a contatto con l’area di supporto che già due volte, il 13 ed il 23 maggio scorsi, ha fermato la correzione e favorito un rimbalzo del mercato. Va notato che il rimbalzo che ha seguito il test del 13 maggio è durato 3 sedute, mentre quello scaturito dopo il 23 maggio è stato soltanto un effimero tentativo durato la seduta seguente e la prima parte di quella di ieri.
Oggi pertanto il test si ripropone. Aggiungo che lo sfondamento di 2.800, che abbia anche l’imprimatur della chiusura di seduta e sia confermato domani, completerebbe un modello di inversione ribassista solitamente affidabile (testa e spalle), ed avrebbe un primo obiettivo proprio a 2.720, dove c’è il supporto rappresentato dal minimo della correzione di inizio marzo e, per chi ci crede, il 38,2% di ritracciamento fibonacciano dell’ampio recupero partito a Santo Stefano dello scorso anno ed esauritosi con il massimo storico del primo maggio. L’obiettivo finale della figura di inversione si pone invece a quota 2.650 e, guarda caso, coincide col ritracciamento del 50% del movimento rialzista del primo quadrimestre 2019.
Non c’è dubbio che il grafico parli molto chiaro e renda l’idea dell’importanza della seduta odierna.
La dinamica delle forze in campo lascia pensare che questa volta le probabilità di sfondamento siano superiori alle precedenti, anche perché, come dice il celebre detto latino “gutta cavat lapidem”, che in italiano traduciamo “la goccia scava la roccia”, ogni nuovo test indebolisce il supporto. Tuttavia gli ottimisti faranno valere l’altrettanto celebre proverbio “non c’è due senza il tre”, sperando che anche stavolta il supporto regga, come nelle due precedenti circostanze.
A noi, che preferiamo seguire le intenzioni del mercato, anziché anticiparle, non resta che verificare l’esito di questa “battaglia dei proverbi”, senza dare nulla per scontato e ricordando che è proprio in questi frangenti che le forze manipolatrici fanno sentire tutto il loro peso.
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