La giornata delle streghe, venerdì scorso, ha concluso una settimana piuttosto positiva per i mercati azionari occidentali. Il tono dell’ultima giornata, quella delle scadenze tecniche, non è stato omogeneo dai due lati dell’Atlantico. In Europa ha prevalso la cautela, con prese di beneficio abbastanza diffuse, sebbene non particolarmente incisive, in grado comunque di far chiudere la giornata con piccoli segni negativi agli indici europei. A far da freno sono stati due elementi tornati d’attualità: il Meteo e la Corea. In particolare il formarsi di un nuovo uragano, che potrebbe arrivare anche a New York mercoledì prossimo, e il provocatorio lancio di un missile, che ha sorvolato minacciosamente il Giappone, da parte del dittatore nord-coreano Kim Jong Un, il quale si è fatto beffe delle risoluzioni ONU e delle minacce americane non solo nei fatti ma anche a parole, affermando che il progetto nucleare non si fermerà fino al raggiungimento completo della nuclearizzazione del paese.
Paradossalmente in USA, dove le preoccupazioni per questi eventi dovrebbero essere ben più forti che in Europa, si è assistito ad un andamento dei mercati che ha completamente ignorato queste vicende e, al termine di una seduta rilassata, SP500 ha finalmente raggiunto anche il livello psicologico di 2.500 punti, con l’apparente intenzione oggi di scavalcarlo. Anche il Dow Jones ha ritoccato il suo record storico. L’unico indice un po’ più affaticato appare il tecnologico Nasdaq100, che è riuscito a ripetere il massimo assoluto del 1 settembre, ma non a superarlo. Potrà forse provvedere oggi, se la positività generale non scemerà.
La settimana odierna si presenta quindi come potenzialmente in grado di continuare il rialzo da parte dei mercati azionari, se non arriveranno sorprese. Ormai i mercati sembrano scontare che l’evento bellico, nonostante l’insistenza delle provocazioni nordcoreane, non è la soluzione più probabile. Lo dimostra anche il cospicuo rimbalzo che stamane si vede su tutte le borse asiatiche, anche quelle di Giappone e Corea del Sud, che sarebbero le prime a doversi impaurire se la guerra fosse alle porte.
Il segnale tecnico di inversione rialzista per gli indici europei è stato confermato dalla chiusura sui massimi della settimana. In USA si ritoccano i massimi. Non si percepisce alcun allarme neppure dal Vix, l’indice della paura, che è tornato a 10,17, sui valori di inizio mese.
I mercati probabilmente confidano che neanche dalla riunione del FOMC della Federal Reserve, prevista per Mercoledì prossimo, vengano sorprese particolari, anche se, a mio parere, la successione di rialzi o promesse di rialzo dei tassi, effettuate negli ultimi giorni dalle banche centrali di Canada e Gran Bretagna, aggiungono qualche possibilità che anche la FED provveda a preparare il terreno ad una mossa sui tassi nel mese di ottobre, insieme alla divulgazione dei dettagli sulla tempistica di riduzione della montagna di titoli di stato presenti nel suo bilancio.
Del resto, dato che la FED ha promesso un altro ritocco ai tassi entro fine anno, le finestre per farlo non sono più molte. A dicembre potrebbe essere difficile adottarlo se le trattative per l’aumento del tetto del debito fossero ancora in pieno svolgimento, aumentando le apprensioni sul possibile default federale. Rimandarlo al prossimo anno non pare un’opzione percorribile, dato che le banche centrali temono di perdere credibilità quando non mantengono gli annunci fatti.
Non mi stupirei troppo se il rialzo venisse addirittura attuato a sorpresa mercoledì prossimo. Anche perché è l’ultima possibilità prima di dicembre per la Yellen di giustificare le sue mosse con le proiezioni economiche e spiegarle bene ai mercati in Conferenza Stampa. Comunque, se avvenisse, i mercati verrebbero certamente presi di sorpresa perché ora scontano solo un 50% di possibilità che il rialzo avvenga entro fine anno e quasi zero probabilità che arrivo mercoledì.
Vedremo.
Intanto per i mercati sembra essere assai più gratificante sognare la manovra di sgravi fiscali che Trump sta cercando di accelerare. L’incontro con i leader democratici (ma dove sono i leader nel partito democratico americano?), che dovrebbe avvenire il 25 settembre, per trattare misure di taglio alle tasse il più possibile bipartisan, sta inebriando le attese dei mercati.
Il rialzo potrebbe in settimana addirittura trasformarsi in un anticipo di Rally di fine anno, sempre che non arrivi qualche sorpresa a guastare la festa.
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