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Passata e' la tempesta...
12/09/2017 08:39

Siccome in questi giorni ricomincia la scuola, utilizzo il noto canto di Leopardi a descrivere sinteticamente quel che ieri ci hanno mostrato i mercati azionari mondiali: “Passata è la tempesta: odo augelli far festa (…) Ecco il sereno rompe là da ponente (…) Ecco il sol che ritorna, ecco sorride. (…) Si rallegra ogni core. Sì dolce, sì gradita quand’è com’or, la vita?”.

E’ bastato infatti il placarsi della furia dell’uragano Irma, che ha seminato meno distruzione del previsto in Florida, e la momentanea quiete da parte del dittatore coreano Kim, che ha lasciato passare il giorno dell’anniversario della fondazione della Repubblica nordcoreana senza il temuto e provocatorio esperimento missilistico, per far dimenticare ai mercati azionari tutti i timori e le perplessità dei giorni precedenti.

In USA sono tornati i compratori ed hanno riportato i 3 principali indici azionari (SP500, Dow Jones e Nasdaq100) ad un’inezia dai rispettivi massimi storici, preparando per la giornata odierna l’ennesimo record assoluto dell’anno.

Di fronte a tanto entusiasmo, che i futures americani e gli indici asiatici preannunciavano fin dal mattino, anche le borse europee hanno messo da parte le angustie legate al superEuro, che, non a caso, ieri ha abbassato un po’ la cresta, tornando sotto 1,20 rispetto al dollaro, per imbastire anch’esse una riscossa che sembra assai più convinta dei numerosi tentativi di rimbalzo mostrati nelle settimane precedenti.

In Europa le performance piuttosto frizzanti dei principali indici hanno consentito di registrare un segnale di inversione rialzista nel trend di breve periodo al globale Eurostoxx50, che è arrivato a lambire quota 3.500 punti, ma soprattutto ha rotto al rialzo la trendline ribassista che lo ha mortificato per ben 18 settimane a partire dalla seconda di maggio.

Analoga impresa è riuscita all’indice tedesco Dax, che con un imperioso +1,39% ha spazzato via la resistenza di area 12.340, già violata nel corso della seduta di giovedì scorso senza poi riuscire a confermarne in chiusura di seduta il superamento. Ieri invece lo sfondamento è stato violento e deciso, con gap iniziale non più colmato e chiusura sui massimi a 12.475. L’atteggiamento tipico di quando si vuole impostare un rally.

Il nostro Ftse-Mib, che ha messo a frutto il recupero dei titoli bancari, con un +1,64% è stato al vertice della classifica degli andamenti di giornata, preceduto solo dal +1,99% dello spagnolo Ibex.

Soprattutto noto la perentoria fuoriuscita rialzista dal triangolo di congestione che lo includeva dall’8 agosto e la violazione dei massimi dell’anno, con approdo a quota 22.134.

Ora la via pare spianata verso la prossima resistenza di 22.875, e magari addirittura fino ai massimi del 2015 di 24.157.

L’unica perplessità è relativa al fatto che questi segnali di inversione avvengono al’inizio della settimana delle scadenze tecniche di settembre, e potrebbero essere negati dai movimenti delle mani forti in prossimità della giornata delle 4 streghe di settembre, che cade venerdì prossimo. Sarebbe stato preferibile vedere questa prova di forza lunedì prossimo, ma forse è meglio non cercare troppo il pelo nell’uovo.

A completare questo panorama di ritorno all’apprezzamento del rischio, notiamo le vendite sull’obbligazionario, che hanno riportato un po’ di rendimento dopo settimane di calo, e la decisa correzione dei preziosi (oro ed argento), tipici beni rifugio che vengono scaricati quando la baldanza torna a chiudere gli occhi degli investitori di fronte al rischio. Dulcis in fundo, anche il petrolio, dopo lo scampato pericolo di Irma, è tornato a recuperare un po’ di terreno.

Tutto e bene quel che finisce bene? Non saprei. Probabilmente no. I problemi (Trump, Kim e Meteo) sono ancora tutti lì e di uragani se ne stanno già formando altri. Ma ai mercati ora piace tanto darlo a vedere e si accontentano di uno squarcio di sereno. Sembra che, oltre Leopardi, vada di moda anche Lorenzo il Magnifico: “chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza”.

 

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